L’Ungheria allunga il muro

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La barriera al confine con la Serbia si è subito dimostrata inutile, migranti e rifugiati fanno già il giro dalla Romania

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato che la barriera al confine con la Serbia non basta e che sarà estesa in direzione della Romania, per quanto sarà «ragionevole».



Péter Szijjártó

 

IL MURO NON BASTA, L’UNGHERIA LO ALLUNGA –

È toccato al ministro degli Esteri Péter Szijjártó (in copertina) annunciare che il muro costruito dall’Ungheria lungo tutto il confine con la Serbia non serve a niente così com’è, e che sarà allungato in direzione della Romania «per quanto ragionevole». Il confine con la Romania però è molto più lungo, circa tre volte quello con la Serbia, e non è detto che una volta tappato quello, sempre che sia possibile, gli ungheresi non siano poi costretti a fare lo stesso lungo il confine con la Croazia, che offre ampie possibilità d’aggirare la barriera costruita finora.



L’attuale estensione del muro (in rosso)

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COME VA CON LA NUOVA LEGGE –

Centinaia di migranti stanno premendo sulla barriera metallica eretta lungo l’autostrada alla frontiera tra Serbia e Ungheria e la folla grida chiedendo l’apertura di un passaggio, mentre la polizia ungherese la sorveglia dall’altro lato. A sentire le fonti ungheresi inoltre la polizia ha arrestato «60 persone mentre tagliavano o danneggiavano la recinzione» tra Ungheria e Serbia, «45 al confine e 15 in territorio ungherese». Lo ha riferito il primo consigliere del premier Gyorgy Bakondi: «La polizia ha avviato procedure penali contro queste persone», ha aggiunto il consigliere, riferendosi alla legge entrata in vigore oggi e che prevede l’arresto per chi entra illegalmente nel Paese. Proprio l’efficacia di questa legge, che prevede una condanna da uno a tre anni per l’infrazione, sarà ora messa a dura prova dalla realtà, perché il governo ungherese potrebbe presto trovarsi con migliaia di condannati per causa sua e nelle necessità di alloggiare un numeri di reclusi molto superiore alla capacità ricettiva del suo sistema carcerario.