A Palazzo Madama è il giorno dei primi voti sulle Unioni Civili. Dopo mesi di posizionamenti, attacchi mediatici e scontri interni ai partiti, in Senato i due fronti cominceranno a delinearsi. Sulla “carta”, pallottoliere alla mano, il disegno di legge Cirinnà sembra al sicuro, compreso il nodo contestato della stepchild adoption. Ovvero, l’adozione del figlio del partner che centristi, cattodem, destre e alfaniani vorrebbero stralciare (almeno pubblicamente). Al di là delle resistenze in casa Pd e della libertà di coscienza concessa da Grillo ai suoi parlamentari, dentro il M5S solo 2 o 3 senatori voteranno “no”. E ci penserà il salvagente dell’Ala di Verdini a blindare i numeri del ddl Cirinnà.