Usa 2016: così i giudici di destra attaccano Obamacare
01/07/2014 di Tommaso Caldarelli
Usa 2016, la sentenza Hobby Lobby irrompe sulla corsa presidenziale degli Stati Uniti d’America. la guerra a quella che sarà la più importante eredità di Barack Obama, la riforma sanitaria universale o Obamacare, passa anche dalle aule di tribunale, e precisamente dalla massima autorità giudiziaria del paese, la Corte Suprema degli Stati Uniti che è composta fin dall’era Bush da giudici di destra. E che ieri ha preso una decisione che rischia di condizionare in maniera decisiva l’incombente campagna elettorale per le presidenziali.
CORTE SUPREMA, LA SENTENZA HOBBY LOBBY – La Corte Suprema, nella sentenza Burwell contro Hobby Lobby, ha stabilito che le piccole aziende americane, se hanno fra i loro valori fondativi alcuni precetti religiosi, possono negare alle loro dipendenti il rimborso per l’acquisto di qualsiasi metodo contraccettivo, anche d’urgenza, come la pillola del giorno dopo. In pratica la Corte Suprema ha attribuito anche alle aziende, persone giuridiche, qualcosa di simile ad un’obiezione di coscienza, in questo modo demolendo una parte dell’Obamacare che invece impone a tutti i pacchetti assicurativi la copertura totale di qualsiasi metodo contraccettivo. Ci sono alcune eccezioni a questo obbligo: le dipendenti delle chiese americane non possono pretendere che il loro datore di lavoro paghi per le loro pillole anticoncezionali. Ecco, la sentenza Hobby Lobby equipara, sostanzialmente, le piccole aziende “closely held”, ovvero che non vendono “abitualmente” partecipazioni azionarie (piccole imprese, aziende familiari), alle istituzioni religiose, fornendo per loro un’eccezione all’obbligo di copertura contraccettiva.
HOBBY LOBBY, LA BASE GIURIDICA –Una sentenza che si fatica a non vedere come politica e che sta sconquassando l’opinione pubblica americana, che ieri è scesa per manifestare davanti alla Corte Suprema e alla Casa Bianca nelle due diverse fazioni, a favore o contro la sentenza. Nella “dissenting opinion”, l’opinione di minoranza scritta dal giudice Ginsburg, si fa presente che la decisione di maggioranza avrà effetti devastanti, perché nonostante i giudici si sforzino di limitare l’efficacia della loro eccezione alle aziende non negoziate abitualmente sul mercato, non c’è virtualmente limite all’applicazione di questa sentenza. Un’azienda controllata da testimoni di Geova potrebbe, d’ora in poi, rifiutarsi di pagare le trasfusioni ai propri dipendenti anche se essi ne avessero reale ed urgente bisogno. La sentenza si appoggia sulla legge del 1993 sulla libertà religiosa, firmata dal presidente Bill Clinton, che chiarisce che nessun peso economico deve essere imposto ad un cittadino americano per la professione del proprio culto; e Hobby Lobby e altre aziende affermano appunto che, dovendo pagare medicine contrarie al proprio credo, è come se dovessero “pagare per essere cristiane” e che non esiste nessuna motivazione plausibile di superiore pubblico interesse per costringere le aziende a sostenere queste spese.
HOBBY LOBBY, A CHI FA COMODO? – Quale effetto avrà questa pronuncia sulla campagna elettorale presidenziale? I giornali americani sono colmi di opinioni e di analisi. Talking Point Memo sottolinea innanzitutto come questa decisione potrebbe impattare su “milioni di donne americane”, visto che “il 90% delle aziende del nostro paese sono closely held”. I repubblicani, chiaramente, dopo questa sentenza suonano la carica: “La Corte ha chiarito che l’assalto dell’amministrazione Obama sulle libertà religiose è andato al di là del consentito”, ha detto Bobby Jindal, governatore repubblicano della Louisiana. Ma secondo Salon, “una vittoria dei Conservatori non è necessariamente una vittoria dei Repubblicani”, anzi: la Corte Suprema è a maggioranza repubblicana, e guidata dal Chief Justice John Roberts, cattolico, contestatissimo, fin dall’era Reagan in prima linea su tutte le questioni pro-Life; il fatto di aver preso una decisione che rischia di impattare su milioni di donne americane potrebbe dare un’arma potente alla campagna elettorale democratica.
HOBBY LOBBY, A CHI CONVIENE? – Che infatti, è già partita all’assalto.
If the Supreme Court will not protect women’s access to health care, then Democrats will. pic.twitter.com/JplbBYKOJghttp://t.co/lCjxYjNQDy
— Senator Harry Reid (@SenatorReid) 30 Giugno 2014
Harry Reid è il leader della maggioranza democratica al Senato e ieri ha scritto, eloquentemente, che se non sarà la Corte Suprema a difendere le donne, ci penseranno i democratici. Le donne single sono un bacino importante nell’elettorato americano, le donne in generale costituiscono il 53% dell’elettorato. Per questo rivendicare una decisione che, è certo, farà discutere, potrebbe non fare molto bene ad un partito Repubblicano già nettamente accusato di pendere troppo a destra e di cedere troppo all’ala estremista dei Tea Party. Hillary Clinton, moglie del presidente che ha firmato la legge sulla quale si basa la sentenza e frontrunner non ufficiale dei democratici per il 2016, ha già definito la sentenza “sconvolgente. E’ veramente un problema che una commessa di Hobby Lobby che ha bisogno di misure contraccettive, molto costose, non le potrà avere con la copertura aziendale perché il datore di lavoro non pensa che debba usare contraccettivi”. Insomma, la sentenza Hobby Lobby a chi conviene?