Usura bancaria: indagati a Trani Saccomanni e Tarantola

Già protagonista dell’inchiesta sulle agenzie di rating internazionali, Standard & Poor’s e Fitch, accusate di manipolazione del mercato, la procura pugliese di Trani ha messo ora sotto accusa gran parte del mondo finanziario e bancario del nostro Paese. Sessantadue gli indagati, per i quali si ipotizza il reato di concorso in usura bancaria. Tra questi non soltanto i vertici (alcuni ex) di diversi importanti istituti di credito del nostro Paese, come Bnl, Mps, Unicredit e Banca popolare di Bari (Bpb). Ma anche la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e soprattutto l’ex ministro dell’Economia del governo Letta Fabrizio Saccomanni, ex direttore generale di via Nazionale. Concluse le indagini, il pm inquirente, Michele Ruggiero, sembra ormai intenzionato a chiedere il rinvio a giudizio.

 

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Fabrizio Saccomanni – Photocredit: Roberto Monaldo/Lapresse

 

PROCURA DI TRANI, INDAGATI FABRIZIO SACCOMANNI E ANNA MARIA TARANTOLA – Secondo la tesi del pm della piccola procura pugliese, tutti avrebbero creato un sistema di tassi usurai, con la complicità della Banca d’Italia. Un’ipotesi che, se fosse confermata, travolgerebbe l’intero credito italiano, dato che consentirebbe a chi ha contratto un mutuo di continuare a pagare senza più corrispondere alcun interesse. Il reato di usura, continuata ed aggravata, sarebbe stato commesso dalle banche ai danni di alcune imprese della provincia barese, in relazione a una serie di finanziamenti concessi, soprattutto come anticipazioni su conto corrente.

LE ACCUSE –  Un reato che, per l’accusa, sarebbe stato commesso dagli enti di controllo delle banche grazie all’appoggio degli ex vertici di Via Nazionale e del dirigente del ministero del Tesoro, Giuseppe Maresca, anche lui indagato. Il motivo? Avrebbero adottato regolamenti, atti e «determinazioni amministrative in contrasto/violazione della legge in materia di usura». Tutto in modo «consapevole» , fornendo così «un contributo morale necessario» per i reati contestati alle banche. Prescrivevano agli istituti di credito di calcolare gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito “accordato”, invece che su quello “erogato e utilizzato” dal cliente, così come prevede la normativa in vigore. Tanto da consentire alle stesse banche di falsare i tassi effettivi globali (i Teg, ovvero quelli necessari per determinare il tasso massimo che non può essere oltrepassato secondo la legge contro l’usura, ndr). In pratica, venivano segnalati alla Bankitalia tassi più bassi di quelli che venivano poi caricati sui clienti. E tutto risultava sempre entro i limiti di legge, quando in realtà, per i pm, venivano praticati tassi usurai.

TUTTE LE CIFRE CONTESTATE – Secondo i conti del pm, attraverso questo sistema illecito, ai danni di alcune imprese di Barletta (la Costruzioni Crescente e la Best Side) la Bnl avrebbe beneficiato rispettivamente di circa 42mila euro e 2mila euro. Contro Unicredit sono arrivate la denunce di “Aligest” (vantaggio per l’istituto di 1.800 euro), di Vincenzo Longo (per interessi usurari per 9.500) e dalla Tiesse srl (2mila euro). Lo stesso Longo ha accusato anche Mps per altri 16mila euro. Bpb è entrata nell’inchiesta soltanto per 296 euro, che avrebbe sottratto a Luigi Salvatore Gianfrancesco.

GLI INDAGATI – Tra le 62 persone indagate, oltre a Saccomanni, Tarantola e Maresca, ci sono anche il presidente del cda della banca Nazionale del Lavoro, Luigi Abete, l’amministratore delegato, Fabio Gallia, l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede, e il presidente del collegio sindacale, Pier Paolo Piccinelli.

Per quanto riguarda Unicredit accusati l’ex presidente del cda, Dieter Rampl, il dg Roberto Nicastro, l’attuale ad, Federico Ghizzoni, e il suo predecessore, ex ad, Alessandro Profumo, ora presidente del cda di Mps.

Per quest’ultima banca è indagato anche l’ex-presidente Giuseppe Mussari e l’ex-vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone. Ma non solo. Nel registro ci sono anche Paolo Savona, ex-presidente del cda di Unicredit Banca di Roma, l’ex-presidente di Unicredit Banca d’Impresa, Mario Fertonani, l’attuale vicepresidente vicario di Unicredit spa, Candido Fois. Così come Piergiorgio Peluso, figlio dell’ex Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, ex ad di Unicredit Banca d’Impresa.

Per la banca Popolare di Bari sono indagati il presidente del cda e ad, Marco Jacobini, l’ex presidente, Fulvio Saroli, e il dg Pasquale Lorusso.

Per il ruolo avuto in Bankitalia, sotto accusa anche l’ex direttore generale Vincenzo Desario e gli ex capi della Vigilanza succedutisi nel tempo: Francesco Maria Frasca, Giovanni Carosio, Stefano Mieli e Luigi Federico Signorini.

LA DIFESA DI UNICREDIT – Unicredit ha già rigettato le accuse, spiegando di considerare “infondato” l’impianto accusatorio della procura di Trani: «Piena fiducia nell’operato dell’organo giudicante. Come già avvenuto in casi analoghi che hanno interessato e interessano l’intero settore bancario, auspichiamo che venga riconosciuta l’assoluta correttezza dell’operato».

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