Quando a sparare le fake news sui vaccini è un ministro
06/12/2017 di Giulia Innocenzi
Si parla tanto, e giustamente, di fake news. Se ne parla poco, però, quando queste vengono promosse dai vertici delle istituzioni. Se ne è parlato quasi per niente quando queste bufale sono state diffuse durante l’approvazione della legge sui dieci vaccini obbligatori.
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VACCINAZIONE GIULIA INNOCENZI SPIEGA LE BUFALE DEI NO-VAX
Alt! So già la critica che mi sta per piombare addosso. Certo, le bufale su un tema così delicato vengono soprattutto da chi i vaccini li contrasta. Se ne sono sentite di tutti i colori, purtroppo. Una su tutte, che cito nel libro Vacci-Nazione in uscita giovedì 7 dicembre, riguarda la vicenda della piccola Sofia, morta per aver contratto la malaria. Negli stessi giorni in cui la bimba si trovava in ospedale, nei gruppi WhatsApp e Facebook dei no-vax girava l’audio di una persona non meglio identificata che diceva che un suo «carissimo amico che ha amici di famiglia, amici suoi personali, della bambina» gli aveva riferito che Sofia aveva fatto tutti i vaccini obbligatori tre giorni prima di finire «in coma». Il verdetto: «il malessere, la febbre, le è venuta subito dopo i vaccini». Una speculazione orribile, terrificante, che farebbe inorridire chiunque. Ma a cui probabilmente hanno creduto molti papà e mamme che hanno ricevuto quell’audio.
VACCINAZIONE GIULIA INNOCENZI RACCONTA LE BUFALE DEL MINISTRO: L’EPIDEMIA DI MORBILLO A LONDRA
È bene quindi contrastare con forza e denunciare queste bufale. Per farlo, però, il governo per primo deve promuovere una campagna di comunicazione trasparente e senza macchia. Purtroppo così non è sempre stato. Partiamo dai dati sul morbillo. La ministra Lorenzin ne ha dati tanti, come per esempio quando ha giustamente denunciato l’epidemia di morbillo in corso. Ma altri non si capisce veramente da dove li abbia presi. Nell’ottobre 2014, ospite di Porta a porta, dice: «A Londra, cioè in Inghilterra, sono morti 270 bambini per un’epidemia di morbillo molto grave». A distanza di un anno, e cioè sempre nel mese di ottobre, dice: «C’è stata un’epidemia di morbillo a Londra, lo scorso anno, sono morti più di duecento bambini».
Quanto c’è di vero in quando dichiarato dalla ministra Lorenzin? Niente. Negli anni cui lei fa riferimento, e cioè il 2013 e il 2014, risultano 1 e 0 decessi per morbillo, come riscontrabile dai dati ufficiali del Governo britannico. La ministra Lorenzin ha mai spiegato il perché di dati così strampalati, o ha mai chiesto scusa per l’enorme sbaglio? Non risulta.
VACCINAZIONE GIULIA INNOCENZI RACCONTA LE BUFALE DEL MINISTRO: LA CIRCOLARE DELL’AUSTRIA CHE VIETA DI ANDARE A GARDALAND
Non è finita qui. Nei giorni dell’approvazione della legge sull’obbligatorietà dei vaccini, sempre la ministra Lorenzin ha detto: «Penso soprattutto al Veneto, che ha un oggettivo e statistico e scientifico problema di copertura vaccinale. Non a caso un Paese confinante non italiano del Veneto poche settimane fa ha mandato una circolare, che è stata pubblicata sui principali giornali, che invitava i bambini di quel Paese a non andare a Gardaland». L’unico paese con cui confina la Regione Veneto è l’Austria, ma forse la ministra intendeva la Slovenia. Quello che è successo, come raccontato da Davide Vecchi su Il Fatto quotidiano, è che un giornale sloveno, «Delo», ha scritto che l’associazione dei pediatri era preoccupata della volontà dei genitori sloveni di non vaccinare i figli contro il morbillo, e il cronista ha aggiunto che «in periodo di gite scolastiche c’è la possibilità per chi va a Gardaland o in Italia di contrarre il morbillo». La storia si chiude con la smentita da parte dell’amministratore del parco di divertimenti che sia mai stata diffusa alcuna circolare. La ministra Lorenzin ha mai rettificato questa storia? Anche qui non risulta.
VACCINAZIONE GIULIA INNOCENZI RACCONTA LE BUFALE DEL MINISTRO: I DANNEGGIATI DA VACCINO CHE NON ESISTONO
Ma l’affermazione più grave, soprattutto perché ferisce le persone coinvolte, è quando la ministra Lorenzin ha detto che «non esistono oggi danneggiati da vaccino». Lo ha fatto davanti a un gruppo di mamme fuori dal Senato, ero presente soltanto io con il telefonino, e ho filmato e pubblicato quel video su Giornalettismo. «Come fa a dire che non esistono i danneggiati da vaccino, se è il suo ministero a erogare gli indennizzi?», mi hanno chiesto diversi parenti di danneggiati da vaccino. Infatti è proprio così che avviene. La commissione medico ospedaliera (CMO) riconosce che il danno che ha subito la persona è stato causato dal vaccino, e la legge adottata nel 1992 stabilisce il diritto all’indennizzo. Che viene erogato proprio dal ministero della Salute. Non esistono dati ufficiali su quanti siano i danneggiati da vaccino in Italia. L’unico numero che abbiamo lo si deve a un’interrogazione parlamentare a cui la ministra Lorenzin ha risposto così: «Alla data 31 marzo 2015 i beneficiari dell’indennizzo, in quanto riconosciuti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, sono 609, mentre vi sono 22 soggetti che ne hanno beneficiato, ma la cui posizione è stata chiusa a seguito di decesso». Perché negare l’esistenza di queste persone? Perché non comunicare invece con trasparenza i numeri, senza alcuna reticenza?
È proprio l’Organizzazione mondiale della Sanità, che nel 2014 ha messo insieme un gruppo di esperti per contrastare la diffidenza vaccinale, a dire che la paura nei confronti dei vaccini è influenzata anche dalla «fiducia» nei confronti del «fornitore» e nelle «motivazioni dei politici che decidono sui vaccini da fare». La migliore arma per ottenere quella fiducia è la trasparenza e una comunicazione completa. Qualunque omissione o errore, non accompagnato da una smentita chiara, rischiano di minare proprio i vaccini, che sono invece «il più efficace intervento in campo medico dopo la potabilizzazione dell’acqua», come recita il Piano nazionale sui vaccini, e per questo vanno difesi dalle fake news, da qualunque parte provengano.