L’accesso a vaccini e politiche di cura aumentano la longevità
27/12/2017 di Redazione
Invecchiare non significa sempre una alta qualità della vita per stessi anziani. Se ne è parlato all’incontro #generazioneinforma, organizzato a Roma da ‘Formiche’ in collaborazione con Gsk. Tra i numerosi aspetti analizzati dai partecipanti del meeting – che ha coinvolto esponenti delle istituzioni, mondo accademico, medici e associazioni – è emerso quanto sia fondamentale “ricordare alla popolazione anziana il proprio diritto alla vaccinazione, uno dei pilastri fondamentali indicati anche dall’Unione europea per un invecchiamento attivo e in salute“.
I vaccini, infatti, rappresentano uno degli interventi sanitari dal miglior profilo costo-beneficio sul breve e lungo termine. E nell’età adulta e senile – hanno ribadito gli esperti – una corretta immunizzazione risulta di fondamentale importanza. Molte vaccinazioni sono infatti di cruciale importanza per la prevenzione di gravi malattie, come l’influenza, la polmonite pneumococcica e l’Herpes Zoster (‘Fuoco di Sant’Antonio’).
“Le persone anziane non sanno che esistono dei vaccini per poter prevenire delle malattie che, se non evitate, possono portare molto spesso anche alla morte – ha sottolineato il direttore di HappyAgeing Marco Magheri – Oggi le morti per polmoniti batteriche sono più numerose delle morti per incidenti stradali, eppure nessuno lo sa“.
“Il potere di acquisto degli anziani – continua Magheri – è stato calcolato in Italia in circa 40 mld di euro l’anno. Un numero per difetto – osserva – perché se andiamo a calcolare il costo della mancata vaccinazione sulla popolazione attiva, come ha fatto l’Università Cattolica del Sacro Cuore, si arriva alla cifra di 1 mld di euro in perdita di potere d’acquisto e della produttività. Dal momento che la vaccinazione, come da Piano nazionale, viene erogata per le persone ‘over 65’, capiamo che questa è una cifra estremamente calcolata al ribasso“.
(articoli in collaborazione con Adnkronos. foto Ansa/Daniel Dal Zennaro)