«Devo essere libero di poter scegliere». «Ho dubbi sugli intrecci che possono esserci tra case farmaceutiche e la politica». Parla così Gianluigi Paragone, 45 anni, giornalista, noto al pubblico televisivo per la sua trasmissione La Gabbia e negli ultimi mesi diventato uno dei paladini di coloro, i cosiddetti free vax, che si oppongono ai vaccini obbligatori. In un’intervista rilasciata a Manuel Fondato per il quotidiano Il Tempo oggi ribadisce la sua posizione.
«I miei bambini li ho fatti vaccinare da piccoli», chiarisce Paragone. Ma «il piano vaccinale come esce dal decreto Lorenzin è sbagliato» e «contestare il piano vaccinale è differente da contestare il vaccino»:
«La mia posizione non è sul merito scientifico della questione, quello che ho detto a Pesaro e ho scritto anche in un post su Facebook riguarda la legittimità di uno spazio del dissenso. Non mi piace un’obbligatorietà imposta e considero anche eccessivamente veloce il processo di questo decreto che ha molti punti oscuri. La velocità innanzitutto e il passaggio da dodici a dieci vaccini, quello che era un concetto assoluto diventa un concetto relativo. Un altro aspetto poco chiaro rguarda i dubbi sugli intrecci che possono esserci tra case farmaceutiche e la politica, che non saranno mai dissipati finché i finanziamenti soprattutto alle fondazioni riconducibili a politici non diventeranno completamente trasparenti. Se la politica vuole chiarezza deve accettare la democrazia della trasparenza e rendere centrale il parlamento su questo tema. Non si può accelerare come è stato fatto».
(Foto: ANSA / MATTEO BAZZI)