Lo strano caso del trasporto ferroviario in Valle d’Aosta

Categorie: Economia

Trenitalia ha minacciato la Valle di tagliare oltre il 50 per cento del trasporto locale su rotaia a causa di un debito di 70 milioni di euro maturato negli ultimi tre anni e imputato al Ministero delle Infrastrutture a causa di un quadro normativo confuso. E mentre sembra sia stato raggiunto un accordo resta il nodo di un decreto in scadenza che rischia di complicare la situazione

La Valle d’Aosta rischia di essere l’unica Regione d’Italia senza treni, o quasi. A deciderlo, in maniera unilaterale, è stata Trenitalia che ha imposto, a partire dal prossimo due marzo, un taglio drastico nelle corse locali portandole da 89 a 37, con un danno evidente per le popolazioni residenti sulle uniche due linee della Valle, entrambe a binario unico. La Aosta-Pre-Saint-Didier e la Aosta-Chivasso. La soluzione tuttavia sembra ad un passo, anche se non mancano i problemi.



(Aostasera.it)

LE LINEE FERROVIARIE DELLA REGIONE – La Aosta-Chivasso è l’unica linea ferroviaria, a binario unico, che collega la Valle con il sistema italiano. Lunga 100 chilometri, parte da uno scambio posto sulla linea Torino-Milano. Elettrificata nel tratto compreso tra Chivasso ed Ivrea, obbliga invece l’uso della trazione diesel fino al capoluogo. Appare strategica per la Regione a causa della vicinanza con lo stabilimento siderurgico Cogne, che riceve saltuariamente dei treni merci finanziati dall’ente locale ma a causa del divieto di usare treni diesel nei sottopassi del capoluogo piemontese, tutti coloro che sono diretti ad Aosta devono cambiare ad Ivrea. La seconda linea, che rappresenta una continuazione della prima, collega il capoluogo della valle con Pre-Saint Didier.

IL DEBITO DI 70 MILIONI DI EURO – Costruita dalla Cogne e rilevata dalle Ferrovie dello Stato, è lunga circa 31 chilometri. Di questi quasi nove sono in galleria. Sulla prima linea vengono usati dei treni «Minuetto» mentre sulla seconda la fanno da padrona le automotrici «ALn 663», obbligatorie a causa delle curve a raggio stretto che usurano i bordini dei treni più moderni. La situazione ferroviaria quindi appare abbastanza dimessa. Il treno si sviluppa per pochi chilometri ed ha il suo fulcro principale nella stazione di Aosta. Ma probabilmente, a partire dal prossimo 2 marzo, le cose saranno destinate a cambiare radicalmente, a causa della decisione da parte di Trenitalia di tagliare le corse regionali a causa di un debito di 70 milioni di euro maturato dalla Regione e relativo agli esercizi 2011, 2012 e 2013.



(trail.unioncamere.it)

L’APPELLO A MATTEO RENZI – L’azienda ferroviaria, come ha ricordato La Stampa, ha imposto la sua scelta a causa dell’assenza di un Contratto di Servizio per il 2014 che certifica la mancanza di un contraente pubblico che definisca caratteristiche del servizio e relativo pagamento. Per questo dal prossimo due marzo le corse previste nei giorni lavorativi passeranno da 89 a 37, continuando tuttavia ad assicurare un livello di servizio superiore al minimo essenziale. Trenitalia rivendica poi la sua scelta spiegando di averla annunciata con anticipo alle amministrazioni interessate. La questione è arrivata in pochi giorni in Parlamento, con il senatore valdostano Albert Lanièce ha spiegato di aver accordato la fiducia al governo Renzi «dopo l’esplicito sostegno alle autonomie speciali e l’impegno a risolvere le criticità della ferrovia».

SERVE UN ACCORDO – Lanièce parlando della questione legata al contratto di servizio ferroviario, ha lanciato una pesante accusa a Trenitalia: «Non possiamo tollerare una decisione unilaterale che ignori il percorso previsto dalla legge, dalle norme di attuazione e dai conseguenti accordi di programma ancora da stipulare, non sicuramente per inerzia da parte della Regione». E non è mancata la richiesta al neo Presidente del Consiglio di un intervento «autorevole e urgentissimo che annulli questa decisione di Trenitalia, che si promuova un incontro urgente tra Ministero dei trasporti e Regione e che venga applicata la legge e si avvii finalmente al più presto, con la nomina della Commissione paritetica, altro punto per noi importante, il percorso delle specifiche norme di attuazione sul trasporto ferroviario».



(Wikipedia)

UN’INFRASTRUTTURA INADEGUATA – Mirko Franceschinis, presidente dell’associazione utenti ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta, ha spiegato, ripreso da La Sentinella del Canavese, che al momento la situazione è complicata per lo spostamento in valle, visto che il collegamento tra Chivasso ed Ivrea è garantito dalla Regione Piemonte. Ma in subordine viene aggiunto che «La Vallée non vuole ricevere le deleghe per il trasporto pubblico su ferro con la motivazione che l’infrastruttura è inadeguata. Avere questa delega vuol dire spendere circa 23,5 milioni di euro all’anno, da attingere dal bilancio regionale. Di conseguenza dovrebbe essere lo Stato ad accollarsi quel costo. Sta di fatto che anche lo Stato non paga Trenitalia, o quantomeno paga con molto ritardo, al punto che ora Trenitalia vanta crediti pari a circa 70 milioni».

IL RACCORDO CON L’ALTA VELOCITÀ – Localport poi ci propone la posizione dell’associazione culturale «Identità Comune», che sottolinea come la decimazione dei treni sulla linea Chivasso-Pré St.Didier non è imputabile solo alla Regione Valle d’Aosta, perché «questa ferrovia è di fatto un ramo improduttivo, la cui sopravvivenza dipende soltanto da consistenti sovvenzioni pubbliche». Il tutto perché la linea non ha altra funzione che il trasporto di pendolari. Non c’è turismo, non c’è vocazione commerciale, non c’è traffico a media e lunga percorrenza. E le amministrazioni locali a causa di ristrettezze di bilancio devono fare delle scelte drastiche. E secondo Identità Comune, il modo migliore per rendere produttiva la linea è quella di trasformarla in un qualcosa di appetibile per i turisti, sopratutto gli sciatori.

La stazione di Aosta (Wikipedia)

I TRENI A RISCHIO – E per questo bisognerebbe sviluppare un raccordo con la rete Alta Velocità sfruttando la stazione di Chivasso. In questo caso la sovvenzione pubblica sarebbe giustificata dall’importanza economica della ferrovia. Insomma, la linea dev’essere resa appetibile altrimenti non c’è speranza di poter riavere i convogli che, un giorno, verranno definitivamente cancellati. Aosta sera propone nel dettaglio quelle che sono le coppie di treni che verranno soppresse a partire dal prossimo due marzo:

Aosta – Ivrea – 12 treni lavorativi e 3 festivi

Ivrea-Torino – 7 treni lavorativi e 1 festivo

Torino – Ivrea 5 treni lavorativi e 4 festivi

Ivrea – Aosta – 11 treni lavorativi e 8 festivi

Aosta – Pré St Didier – 9 treni lavorativi e 10 festivi

Pré St Didier – Aosta – 9 treni lavorativi e 10 festivi

riportando anche quella che è la rabbia dei sindacati che temono possa succedere qualcosa agli 88 ferrovieri residenti in Regione. Eros Marra della Cisl spiega che «Trenitalia vuole che la Regione paghi i corrispettivi per gli ultimi due anni circa di contratto di servizio. Nell’inverno scorso avevano dato un acconto ma ora manca un anno e mezzo di arretrati». 

POSTI DI LAVORO IN PERICOLO – Gregorio Pascale, direttore della Direttore della Direzione Piemonte Valle d’Aosta, come ricorda Aosta Sera ha incontrato ieri nel capoluogo i rappresentanti sindacali rilanciando quello che vuole Trenitalia: 70 milioni di euro per coprire gli ultimi tre esercizi. Salvatore Spataro, segretario dell’Orsa, riconosce che questo denaro spetta a Trenitalia ma allo stesso tempo chiede un intervento al ministero delle infrastrutture ed alla Regione affinché la situazione possa sbloccarsi. Trasporti Italia propone la voce di colui che in questa storia appare come il convitato di pietra, ovvero la Regione Valle d’Aosta. L’assessore regionale al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz, ha spiegato che la questione non è di facile risoluzione a causa di un contesto normativo complesso.

La stazione di Morgex (Wikipedia)

IL QUADRO NORMATIVO – Al momento, come riferisce Marguerettaz, devono esserci «specifici accordi e impegni dello Stato e che, in attesa della loro definizione pone il contratto di servizio in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, vede quest’ultimo evidentemente, farsi carico dei relativi oneri». Quindi deve pagare il Ministero, con Aosta che ha espresso la propria ferma indignazione per il taglio prospettato. Per essere ancora più chiaro, l’assessore ha ripercorso il quadro normativo. Il decreto legislativo 194/2010

subordina il trasferimento delle competenze alla definizione di una serie di Accordi di Programma relativi alle risorse per il servizio ferroviario ed agli investimenti sulla linea, accordi tuttora da sottoscrivere a causa della sostanziale indisponibilità dello Stato

La legge 220/2010, ovvero la legge di stabilità 2011, prevede all’articolo 1, comma 160, che

la Regione Autonoma Valle d’Aosta concorre al conseguimento del riequilibrio della finanza pubblica anche mediante l’assunzione di oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, relative ai servizi ferroviari di interesse locale

e la legge 147/2013, legge di stabilità 2014, prevede all’articolo 1, comma 515, a

specifiche intese tra lo Stato e la Regione la definizione degli ambiti per il trasferimento o la delega delle funzioni statali e dei relativi oneri finanziari riferiti ai servizi ferroviari e ad apposite norme di attuazione il completamento del trasferimento

Infine, il decreto legge 151 del 30 dicembre 2013, prossimo alla scadenza,

attribuisce allo Stato il pagamento a Trenitalia S.p.A. dell’importo di 23 milioni di euro per il servizio reso nel 2013 e, per i servizi a partire dall’anno 2014, prevedendo la possibilità di stipulare apposite convenzioni tra Regione e Trenitalia S.p.A

E come al solito esce fuori un pastrocchio senza pari. Trenitalia vuole i soldi dalla Regione che dal canto suo aspetta che Roma faccia quanto è dovuto dalla legge. Ed i treni vengono cancellati, impedendo attraverso la decadenza del decreto, che Aosta possa siglare accordi con Trenitalia.

(Wikipedia)

MANCANO I DECRETI ATTUATIVI – E Marguerettaz ha fatto capire la cosa in maniera chiara al Ministero delle Infrastrutture con una lettera, ripresa da Valledaostaglocal, in cui ricorda che un taglio della mobilità ferroviaria danneggerebbe tutta la Regione, aggiungendo che al momento mancano i decreti attuativi per fare in modo che Aosta possa concordare con Trenitalia il futuro del servizio su binari. Inoltre il quadro legislativo attuale impedisce all’amministrazione di trasferire l’onere per il servizio, con la conseguenza che la spesa non può essere presa in carico dalla Regione. Un ennesimo pasticcio all’italiana, quindi, caratterizzato da una nube normativa che impedisce di fare la minima chiarezza nel rapporto tra Stato e Regioni.

UN ACCORDO IN EXTREMIS? – A quanto pare Trenitalia avrebbe sospeso il taglio, come riporta il sito della Regione, visto che il Ministero delle Infrastrutture si è impegnato a definire la questione contrattuale con il coinvolgimento della Regione. Ma al momento, aggiungiamo noi, questo accordo non può bastare. Se non viene approvato il decreto legge ancora in attesa di attuazione entro pochi giorni, lo Stato non avrà più l’obbligo di pagare 23 milioni di Euro a Trenitalia per l’espletamento del trasporto regionale in Valle d’Aosta. Ed a quel punto saremmo ancora punto ed a capo. Magari non tra un giorno, o forse neanche tra un mese. Certo, si potrebbe produrre un altro decreto, ma saremmo ancora al punto di partenza. In mancanza di un quadro normativo chiaro e definito questo problema si ripresenterà e la Valle d’Aosta rischierà ancora di trovarsi senza treni, fino alla prossima decisione emergenziale. E la necessità di mantenere alta l’attenzione sul tema è stata lanciata dal segretario regionale della Filt-Cgil Antonio Fuggetta che, come ripreso da Valledaostaglocal ha dichiarato:

Adesso non dobbiamo mollare: la Valle d’Aosta deve realizzare al più presto un Piano regionale integrato dei trasporti