Vanessa Marzullo: «Io e Greta torneremo in Siria», ma è giallo sull’intervista di Repubblica

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Dopo mesi di silenzio una delle due cooperanti italiane rapite e poi liberate parla in una intervista. Ma poi sul web qualcuno (fra cui suo fratello) ha qualche dubbio

Dopo mesi di silenzio Repubblica riesce ad intervistare una delle due giovani rapite in Siria e poi liberate il 15 gennaio scorso. A parlare è Vanessa Marzullo.



Sono trascorsi 68 giorni. Sempre state in silenzio, lontane dai riflettori. Perché?
“Era giusto così. Ne avevamo bisogno noi e chi ci è stato e ci sta vicino. In questi due mesi è come se mi fossi riparata dentro un guscio: da una parte è stato istinto di autoprotezione. Dall’altra anche un po’ di vergogna”.

Per cosa?
“Vergogna non come la intendono tutti quelli che ci hanno buttato addosso palate di fango, gratuito e stupido. L’effetto di quel fango sta passando. Te lo togli via perché sai che è fango strumentale, nato più che altro da beghe politiche. La vergogna che intendo è un’altra. È andare in giro e vedere che uno ti guarda in faccia con l’aria di chi pensa: “Eccola, adesso è qua. Beata e tranquilla. Ma se non c’era lo Stato che pagava… Se non c’eravamo noi cittadini che pagavamo…”. È una sensazione difficile da spiegare”.



Vanessa ripercorre l’impegno delle due ragazze all’Organizzazione Internazionale di Soccorso. Del loro impegno per la Siria prima dall’Italia e poi in loco.

Che tipo di aiuti?



“Medicine, cibo vestiti. Quello che può servire a un popolo opresso, sottoposto a massacri atroci che coinvolgono anche bambini. Abbiamo portato centinaia di chili di latte in polvere. Io studio Mediazione linguistica e culturale, Greta Scienze infermieristiche. L’esperienza in Corce Rossa e in Sos Siria ci ha portato a offrire assistenza umanitaria. Non era il primo viaggio in Siria e nons sarà l’ultimo. Continuiamo a Spenderci in questa causa nobile. Appena potremo, non so ancora quando, se ci sarà bisogno, e purtroppo è così, in Siria potremmo anche tornarci”

(In copertina foto: REUTERS/Alessandro Bianchi/LaPresse)

—UPDATE—

Mario Marzullo, fratello della ragazza, su Facebook “accusa” Repubblica: la sorella non avrebbe parlato con nessun giornalista.

La notizia inizia a circolare. Amedeo Ricucci, giornalista spiega un po’ come è andata:

Il colloquio fra Vanessa e il giornalista c’è stato. Ma Vanessa alla fine gli ha detto che non doveva essere pubblicata una riga. Lui l’ha fatto e – pare – ha travisato alcune affermazioni di Vanessa Marzulo. Quindi: ha sbagliato Vanessa e Berizzi non è stato uno sciacallo – come avevo scritto all’inizio – ma solo un giornalista assetato di scoop…