Quando è entrata per la prima volta nello studio di Striscia la Notizia, i social sono diventati bollenti. L’hanno presa in giro per il colore della pelle, hanno espresso concetti come «ci sono tante belle ragazze in Italia, proprio una n***a dovevano scegliere», l’hanno pesantemente insultata con frasi irripetibili. Mikaela Neaze Silva, 23enne velina di Striscia, ha assorbito il colpo. E ora parte all’attacco.
«Non ho capito il motivo di questi insulti e ci sono rimasta male – ha detto la showgirl nel corso di un’intervista al quotidiano La Repubblica -. Io non vengo considerata italiana, pur vivendo qui dall’età di 6 anni. Ho fatto ben tre cicli di scuola, fino alla maturità, e aspetto ancora di avere la cittadinanza. Ora ho il passaporto dell’Angola, perché mio padre veniva da lì».
Mikaela Silva ha parlato soprattutto del tema politico dell’ultima settimana, lo ius soli, e dell’iniziativa di alcuni politici di centro-sinistra di fare lo sciopero della fame fino a quando la legge non verrà approvata. «Un atto di coraggio, certo – ha ammesso la Silva -. Ma io scenderei in piazza. Per la battaglia dello ius soli servirebbe una bella manifestazione di piazza, e io ci andrei molto volentieri». Del resto, come potrebbe essere diversamente per una ragazza che ha fatto ben tre cicli scolastici in Italia, che vive nel nostro Paese dal 2000 e che ha sempre dovuto affrontare le tipiche dinamiche che, da noi, colpiscono le persone di colore.
«I miei compagni di classe mi hanno presa in giro all’inizio – racconta – e addirittura un professore mi chiese di frequentare un corso di italiano per stranieri, anche se io l’italiano lo parlavo meglio di lui che aveva l’accento genovese». Ora, questo passato è alle spalle. Nel presente ci sono gli insulti insopportabili sui social network (che, però, lei sta cercando di ignorare). Nel futuro, chissà, forse una bella manifestazione a favore dello ius soli.