Jamie Reidy, ex rappresentante farmaceutico, ha scritto un libro da cui è stato tratto un film di successo. Ci racconta come ha cominciato e il perché del successo della “miracolosa” pillola blu
SI, E’ TUTTO VERO – A Ramin Setoodeh che lo intervista per il noto settimanale americano, Jamie Reidy confessa: “Sì. Il venditore di Viagra ha preso il Viagra”. Jamie Reidy è stato studente all’Università di Notre Dame, uno che sapeva così poco di scienza che ha abbandonato presto la facoltà di chimica. Si è quindi arruolato nell’esercito, poi nel 1990 ha ottenuto un lavoro alla Pfizer come rappresentate del noto Viagra. Il suo libro, che ha avuto grande successo in america e all’estero, è stato recentemente riadattato in un film. Gli viene chiesto Come hai trovato questo lavoro? Reidy ripercorre le tappe della sua carriera: “Ho avuto un colloquio con Pfizer- boom- ho avuto un lavoro, aggiungendo che il produttore farmaceutico “ama le tre M: militari, le minoranze, e mormoni”. Perché i mormoni? La risposta di Reidy è divertente. “La logica è, se si può vendere la religione in un paese straniero, si può vendere qualsiasi cosa”. E cosa ha pensato lo scrittore durante la sua prima presentazione del Viagra? “L’hanno svenduta. Hanno pensato che sarebbe stato utile per un determinato tipo di paziente di sesso maschile, quelli con diagnosi di disfunzione erettile. Pfizer era davvero nervosa per le vendite al di fuori dei parametri della FDA, perché pensavano che i soldi sarebbero arrivati col Viagra per le donne.” alla fine ne hanno fatto uso un po’ tutti, come sappiamo. Che cosa è andato storto? “Con un uomo, sai se funziona o no, è abbastanza evidente. Con le donne, non si poteva fissare un tipo di disfunzione sessuale. Alcune donne dicono: “Non ho mai avuto un orgasmo”- Altre : “Ho solo avuto due orgasmi”. Altre ancora non hanno ottenuto sufficiente lubrificazione. Gli scienziati hanno detto: “Lascia perdere!” Così si è tornati ad un marketing prettamente maschile. Chi è stato il tuo target di riferimento? “Collaboravo con un urologo: Ti viene detto che il tuo target di riferimento è: un uomo di 45 anni. A quell’età non è più come quando ne hai 18, e vogliono tornare indietro”.
PARLIAMO DEL FILM… – A Reidy viene quindi chiesto se il film è fedele al racconto suo libro? “Il mio libro è sicuramente il punto di partenza. Penso che abbiano catturato lo spirito spensierato. Il personaggio di Jake ha delle cose simili ed altre no”. E’ il rischio che si corre con le trasposizioni cinematografiche, del resto. A questo punto il giornalista di Newsweek (come l’autore di questo articolo!) confessa che: “Mi dispiace dire che non ho letto il libro, c’era un interesse di amore? “Non c’è – Risponde divertito Reidy – Non preoccuparti per non averlo letto. Mia mamma non l’ha finito. Pensava che ho raccontato pubblicamente troppi segreti di famiglia ed ha smesso di leggere a pagina 17. Ho lasciato fuori qualsiasi interesse di amore, o storie di sesso con le infermiere, perché ho pensato che mia mamma stava per leggerlo”.