Wired passa in rassegna le ricerche degli studiosi
PIU’ SVEGLI – I Ricercatori dell’Univesità di Rochester, ad esempio, hanno scoperto che i giocatori che si sono cimentati per 50 ore in giochi come Call of Duty o Unreal Tournament erano sensibilmente più bravi a prendere decisioni rapide ed accurati rispetto a chi si è impegnato in giochi non violenti, come Sims 2. Jayne Gackenbach della Grant Mc Ewsn University di Edmonton ha affermato, invece, che, dopo le partite, i soldati cimentatisi in Call of Duty, dormono meglio e vengono colpiti più difficilmente da un incubo. Doug Gentile, ricercatore dell’Univesity of Iowa ha poi osservato che gli eventuali effetti negativi dei videogiochi violenti possono essere eliminati quando i giocatori si divertono alla consolle o al pc in compagnia di amici e familiari.
MENO AGGRESSIVI – Mike Ward, che studia i comportamenti legati ai videogiochi violenti per l’Università del Texas, ha recentemente pubblicato uno studio, condotto con Scott Cunningham e Benjamin Engelstatter, che ha scoperto come nelle conteee degli Stati Uniti in cui i negozi di videogiochi violenti erano più diffusi era basso il tasso di criminalità. Lo studio di Ward segue a ruota un’altra sua ricerca in cui si teorizza che i ragazzi che assumono frequentemente atteggiamenti aggressivi possono giocare ai videogiochi per ottenere un comportamento migliore.
IL SONDAGGIO – Le interviste condotte sui giovani giocatori incalliti svelano come nella maggior parte dei casi gli adolescenti si dedichino ai videogiochi per sfogarsi (71% del campione), o quando si sentono frustrati o arrabbiati (14%). Ciò suggerisce – è questa la conclusione di Wired.com – che i ragazzi che hanno un forte senso di sè hanno bisogno di videogiochi violenti. Nello stesso sondaggio citato, il 55% degli intervistati ha detto di aver conosciuto giochi spaventosi al punto da rinunciarvi. L’altro 45% ha affermato di essersene tenuto preventivamente alla larga. In entrambi i casi, i ragazzi hanno dimostrato di conoscere i propri limiti.