Fondato da 300 nazisti fuggiti in Cile, un luogo di violenze, torture e morte, ospita, oggi, ristoranti, alberghi, piscine.
TANTE VISITE – Anna Schnellenkamp, responsabile del turismo dell’area, che a Colonia Dignidad è nata, oggi è entusiasta: “Nei primi tre mesi abbiamo ricevuto 9mila visitatori”, dice. “Abbiamo avuto un passato complicato”, sottolinea ricostruendo la storia del luogo. Era il 1961 quando Schaefer fuggì dalla Germania. Con 300 compagni fondò una setta e si appropriò di 13mila ettari di terreno. Nacque così il villaggio. Che divenne ben presto una sorta di piccolo Terzo Reich andino. In quella zona dimenticata dal Cile e dalle sue infrastrutture, isolata, le coppie venivano separate, i bambini sottratti, quasi tutti ridotti in schiavitù. I pilastri della colonia sono stati la glorificazione del lavoro e l’eugenetica, il perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi. In perfetto stile nazista. Colonia Dignidad è stata un ottimo rifugio per i nazisti in fuga in Sud America. ha accolto anche Josef Mengele, il medico delle SS, famoso per i suoi esperimenti ad Auschwitz e il segretario personale di Hitler Martin Bormann. Dopo il golpe di Augusto Pinochet (11 settembre 1973), l’enclave tedesca divenne un centro di tortura della Dina, la polizia segreta del dittatore.
FAVOREVOLI E CONTRARI – Non mancano le polemiche per la conversione del villaggio: “E’ come se Auschwitz venisse trasformata in un centro turistico – denuncia l’avvocato Hernan Fernandez – Come si può crogiolarsi al sole in un luogo dove per anni bambini sono stati violentati torturati e uccisi?”. Nostalgia del nazismo? Fascino del male? Cosa motiva chi si reca a Villa Baviera, dove vivono ancora 160 coloni che non parlano una parola di spagnolo? Qualche turista spiega: “Volevo gustare le specialità tedesche. Ho trovato il sito su Internet. E’ tutto molto bello, l’atmosfera è molto “tedesca”…”. Sono prevalentemente cileni i turisti che arrivano. Ma anche tedeschi, olandesi e spagnoli. Una clientela varia. Molti dei reduci della colonia nazista che ancora viviono qui sono stati violentati sessualmente da Schaefer. Vittime. Ma anche complici, per Fernandez: “Hanno sacrificato i loro figli a Schaefer, hanno chiuso gli occhi davanti alle atrocità”. A villa Baviera sono impiegate 200 persone. Il villaggio è considerato una ricchezza da 100 milioni di euro. Le aziende sono in mano tedesca.