Virginia Raggi è stata avvisata della presenza di cimici in Campidoglio?
23/12/2016 di Redazione
Concorso in abuso d’ufficio per conflitto d’interessi: questo il rischio che corre la sindaca di Roma Virginia Raggi. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, in un pezzo a firma di Fiorenza Sarzanini, Raggi non solo rischia per la nomina di Renato Marra a responsabile del Turismo del Campidoglio ma anche per quella di Salvatore Romeo a capo della segreteria. E ora il sospetto dei pm è che qualcuno abbia informato l’entourage della pentastellata sulla presenza di cimici pronte a intercettare in Campidoglio.
Riporta il Corriere:
In quello stesso periodo qualcuno avrebbe avvertito Marra che c’erano intercettazioni in corso. E la notizia sarebbe stata veicolata fino alla sindaca. Sono i giorni segnati dalle polemiche per il ruolo dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro e per le dimissioni degli altri assessori. Le indiscrezioni provenienti dal Comune danno per scontato che qualcuno tra i componenti della giunta possa finire sotto inchiesta. Il 30 settembre il giornalista portoghese Frederico De Carvalho pubblica su Twitter la foto di Raggi sul tetto del Campidoglio mentre chiacchiera con un uomo. Si tratta di Romeo, che spiega: era «una pausa per mangiare un panino all’ora di pranzo e godere una vista spettacolare». In realtà già allora venne fuori il sospetto che potessero aver voluto parlare di argomenti riservati senza essere ascoltati.
Proprio in quel periodo le «pressioni» interne al Movimento 5 Stelle perché Raggi cambiasse i componenti del suo staff sono fortissime. E nelle telefonate coperte da omissis ci sarebbe conferma del ruolo di chiave di Marra per far sì che nessuno fosse spostato, ma anzi per mantenere intatto il proprio potere.
La sindaca ha negato di essere stata ricattata, come invece sostengono alcuni testimoni dell’inchiesta e in particolare l’ex capo dell’avvocatura capitolina Rodolfo Murra. Ma i pochi brogliacci di telefonate resi noti già bastano a dimostrare la determinazione dello stesso Marra a muovere tutte le pedine disponibili, anche condizionando Raggi. Nella relazione trasmessa all’Anac la sindaca prima sostiene di aver deciso «in totale autonomia» spiegando che Raffaele Marra ha dato solo «mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte». Ma è un tentativo maldestro di negare il conflitto d’interesse visto che subito dopo ammette che c’è stata una «istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente», quindi l’ufficio del Personale diretto proprio da Marra. Quanto basta perché la Procura le chieda di spiegare che cosa è davvero accaduto.
Cosa significa fornire una richiesta di spiegazioni in Procura? Secondo Il Messaggero la sindaca potrebbe esser convocata dai pm dopo le feste
Verrà interrogata subito dopo le feste di fine anno, forse proprio il 9 gennaio. Ma non sarà nella semplice veste di testimone, perché quasi certamente la procura contesterà a Virginia Raggi il reato di abuso d’ufficio. L’inchiesta sulle nomine in Campidoglio, avviata già da qualche tempo, infatti, si è arricchita di un nuovo documento che sembra pesare particolarmente sulla posizione della sindaca: è il parere espresso dall’Anac
LA RETE DI SCARPELLINI E MARRA IN CAMPIDOGLIO: A RISCHIO DIECI FUNZIONARI COMUNALI
Mentre Raggi mostra serenità («Se mi chiamano, sono pronta ad andare in Procura») Scarpellini, immobiliarista arrestato con Raffaele Marra, parla. Un interrogatorio talmente lunngo che sembra aprire a una vera e propria collaborazione con gli inquirenti romani,
su tutte relazioni recente intessute dall’uomo d’affari ottantenne e il Campidoglio.
Ci sono però altri dieci funzionari del comune di Roma che nelle prossime ore potrebbero finire iscritti al registro degli indagati o sui quali le verifiche sono già state avviate. Le intercettazioni omissate agli atti dell’inchiesta hanno confermato infatti che Scarpellini avesse contatti costanti con una lunga serie di funzionari comunali. Una delle sue preoccupazioni era un ampio progetto alla Romanina.
Scarpellini, si legge nell’informativa dei Carabinieri agli atti dell’inchiesta che l’ha portato in carcere per corruzione, “aveva la necessità di riavviare il Progetto centralità Romanina e individuare adeguati referenti nel comune di Roma che potessero aiutarlo a rivitalizzare le procedure sospese”
(foto copertina ANSA/CLAUDIO PERI)