Equitalia ha pignorato una parte del vitalizio da parlamentare di Vittorio Sgarbi per una questione di tasse e Irap «non versate». L’atto è stato notificato alla Camera dei Deputati il 18 febbraio. Sgarbi, interpellato dall’Ansa, ha detto di non saperne nulla: «Il vitalizio è ingiusto, ma lo ricevo e lo devo prendere, e da quando me lo danno va ai miei figli. Ne prendo atto, io il vitalizio non lo ho mai visto, non so come è fatto. Parlatene con il mio avvocato».
Giampaolo Cicconi, legale di Vittorio Sgarbi, ha confermato la circostanza. L’avvocato, come riportato da Repubblica Bologna ha spiegato che si tratta di somme non dovute al fisco, in particolare l’Irap: «Non ha dipendenti a parte una colf che non rientra dunque nell’ambito dell’attività di Sgarbi. Ma la cosa singolare e da me sollevata al presidente del Senato, Pietro Grasso, è che la pretesa di Equitalia conferma dunque che Sgarbi non rientra tra coloro ai quali debba essere revocato il vitalizio, a dispetto di una campagna stampa diffamatoria in quanto non è stato condannato per mafia, né per corruzione, né per altri reati con pena in concreto maggiore ai due anni». Il legale ha poi spiegato che un nuovo pignoramento è impossibile visto che quel vitalizio venne già pignorato cinque anni fa: «Adesso toccherà alla Camera opporsi, perché il vitalizio è già impegnato per gli assegni di mantenimento dei suoi figli ancora minorenni».
(Photocredit copertina Fabio Cimaglia-Lapresse)