Yara: intercettazioni e trappole: così hanno “incastrato” Bossetti

Caso Yara: emergono alcuni particolari sulla conduzione dell’indagine, che spiegano come hanno fatto gli inquirenti a “incastrate” Bossetti e la madre, Ester Arzuffi, prima di arrestare il primo.

Foto: Spada/ LaPresse
Foto: Spada/ LaPresse

LA TRAPPOLA – Spiega tutto l’inviato di TgCom24, Enrico Fedocci, a quanto pare dopo le indiscrezioni di un investigatore. Stando a quanto racconta Fedocci, la “trappola” nei confronti della Arzuffi sarebbe partita prima di venerdì, quando gli inquirenti avrebbero fatto capire alla donna di sapere della sua relazione con Guarinoni. Prima, però, i suoi telefoni erano stati sottoposti a intercettazione, e probabilmente – riporta l’inviato – si era proceduto anche a mettere sotto controllo gli ambienti della sua casa.

IL PIANO – Si cercava di comprendere, attraverso la reazione della donna, quale dei suoi due figli fosse quello “da puntare” giacché, stando al racconto, entrambi erano sospettabili. Sembra che la prima telefonata della Arzuffi sia stata proprio per Massimo Giuseppe Bossetti: tra le altre cose nella telefonata intercettata fra i due, si evinceva come Ester e Massimo avessero già parlato della faccenda, e in particolare che il Bossetti sapesse non solo di non essere figlio biologico del padre, ma che il suo vero genitore era Guarinoni.

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