La vendetta contro l’esercito che uccide i bambini
31/12/2013 di Redazione

Gli ultimi attacchi all’esercito sono una rappresaglia per il bombardamento di un funerale che si è risolto in una strage, così il paese si trascina in una spirale di violenza senza fine.
I SOLITI NOTI – Il governo darà la colpa ad al Qaeda e i giornali stranieri faranno poca fatica a crederci, ma gli attacchi registrati ieri a ministero della difesa e a una caserma ad Aden hanno poco a che fare con i qaedisti e molto a che fare con la vendetta per l’ennesima strage inutile provocata dall’esercito.
DOPO LA CADUTA DEL REGIME – Il 27 dicembre scorso infatti l’esercito ha bombardato un funerale in zona, facendo 19 morti, tra i quali diversi bambini. Le foto sopra sono di uno di questi e sono state pubblicate su Twitter insieme ad altre fin troppo crude. Aden è l’ex capitale dello Yemen del Sud, che alla fine della guerra fredda si è riunito al Nord senza troppo entusiasmo, per finire poi sotto la dittatura di Saleh, che è rimasto al potere per più di 20 anni e che ancora è uno dei principali protagonisti della politica yemenita, con il figlio che aspira a prendere il posto del padre e i protagonisti del vecchio regime che non si rassegnano alla novità. Una lotta di potere all’ombra dei tutori sauditi, che sostengono il governo in tutti i modi e che in cambio pretendono l’adesione ai loro piani, raramente graditi agli yemeniti.
UN MATRIMONIO FINITO MALE – Il Sud conserva quindi pulsioni secessioniste e non aiuta che l’esercito abbia represso ogni moto di protesta dicendo d’intervenire contro al Qaeda anche quando in realtà era impegnato nella dura repressione di altri. L’emergere di un movimento non-violento proprio a cavallo del Natale non è stato quindi benvenuto e il bombardamento del funerale è bastato per riaccendere quello che si era appena deciso di spegnere.
VENDETTA, TREMENDA VENDETTA – Il bombardamento, condannato anche dal Consigliere Speciale del Segretario Generale dell’ONU sullo Yemen, Jamal Benomar, aveva provocato vittime e rabbia, probabilmente sublimata nel doppio attacco di ieri sera nonostante l’esercito avesse provato a negare il suo coinvolgimento. Una dichiarazione presa per buona all’estero, ma non nel governatorato di al Daleh, dove gli abitanti hanno grande esperienza di brutali repressioni governative e dove la vendetta in casi del genere è un imperativo categorico.
(foto di copertina: © Murad/Xinhua via ZUMA Wire)