Youtube e i video dei complottisti su Las Vegas che continuano a girare indisturbati

05/10/2017 di Redazione

YouTube pullula di false flag e complottismi vari sulla strage di Las Vegas. In diverse clip si sostiene, come purtroppo spesso accade, che l’uomo che uccise 58 persone ferendone 500 sia tutta una montatura. I sopravvissuti alla tragedia però non ci stanno e criticano fortemente la piattaforma video. Anche perché l’algoritmo di Youtube, di proprietà di Google, mette contenuti di questo tipo con molta visibilità in cima alle ricerche, anche con parole semplici come “Las Vegas shooting videos”.

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Il Guardian ha sollevato per primo il caso. Il video di un complottista che sosteneva come non ci sia mai stata una strage a Las Vegas figurava tra quelli principali, come se fosse una breaking. Immagini che risultavano molto cliccate e quindi in cima alla ricerca. Non si sa se Youtube abbia rimosso o meno tali filmati e non è chiaro se abbia adottato misure per rallentare la diffusione delle bufale on line.

«Non è una cospirazione. Non è uno scherzo. È successo. Io ero lì », ha dichiarato al Guardian Krista Metz, testimone e sopravvissuta. La donna, californiana di 45 anni, e la sua cugina sono state quasi calpestate dalla ressa e hanno corso come disperate prima di sentirsi finalmente al sicuro. Metz, davanti al complottismo, è rimasta di stucco: «La gente è così folle sui social. Credono a tutto quello che leggono … È orribile».

YouTube ha pubblicato una breve dichiarazione in cui afferma la sua capacità di promuovere «migliaia di editori di notizie che presentano svariati punti di vista». «Quando si verifica un evento importante – spiega una nota – queste fonti vengono presentate sulla homepage di YouTube sotto “Breaking News” risultati con l’etichetta “Top News”».

Oggi basta semplicemente ricercare sotto alcune parole chiave per rendersi conto quanto testate come Bbc, Cnn non spicchino davanti a video selfie autoriali che spiegano la strage secondo un punto di vista personale e non certo informativo.

Chiederselo è lecito: può un pensiero falso ma virale avere diritto di posizionamento e visibilità sui social e sulle piattaforme video anche se si tratta di disinformazione? Perché ci si nasconde dietro lo spauracchio del pensiero differente quando si valorizzano bufale su fatti realmente accaduti dove hanno perso la vita decine di persone?

 

 

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