Il Festival di Yulin si tiene il 21 giugno in Cina. E fa discutere, come sempre. Durante la notte del solstizio d’estate si procaccia e si mangia carne di cane e di gatto. Ogni anno si stimano almeno 10mila animali uccisi. Una morte che arriva dopo feroci sofferenze (anche dopo catture) con sgozzamento, bastonate di stordimento.
Si tratta di tradizione, perché consumare carne di cane nel solstizio porta fortuna. Ma Yulin piace sempre meno. Anche in Cina. Quest’anno nella zona i commercianti non potranno vendere carne di cane.
Il provvedimento temporaneo, effettivo a partire dal 15 giugno, una settimana prima dell’inizio dell’evento, ha multe sui 14.500 dollari fino all’arresto.
Nel paese il commercio della carne di cane è legale ma secondo determinati canoni tra cui l’indicazione della provenienza da un allevamento certificato. In Cina non esiste un sistema di allevamenti su larga scala quindi molti degli animali uccisi per Yulin, ad esempio, sono uccisi nella più totale illegalità.
Animals Asia, un’organizzazione internazionale da tempo impegnata nell’affrontare questo problema, ha diffuso un report sul commercio di carne di cane. L’indagine, durata quattro anni e condotta in 15 città di 8 diverse province cinesi, dimostra come gran parte della carne consumata sia proveniente da animali randagi o peggio ancora rubati ai legittimi proprietari.I grandi allevamenti di cani in Cina non esistono più. Non convengono. Costano troppo.
Questa illegalità crea una serie di problemi. In primis sanitari. La rabbia è molto diffusa in Cina e la provincia di Guangxi, dove si trova Yulin, ha il tasso più elevato. Non si trasmette con il cibo ma con il trasporto di animali infettati: un rischio quindi per ladri, trasportatori, macellai ma anche gli abitanti della città. In Cina ogni anno muoiono tra le 2.000 e le 3.000 persone per aver contratto questa malattia.
(in copertina screenshot from YouTube)