Vaccini, il governatore del Veneto Zaia impugna il decreto davanti alla Consulta

Il Veneto contro il decreto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che allarga il numero delle vaccinazioni obbligatorie e le rende prerequisito necessario per l’iscrizione dei bambini a scuola. Il governatore della regione Luca Zaia (Lega Nord) ha dato mandato all’avvocatura dell’istituzione di impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale.

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LA DECISIONE DI ZAIA SUI VACCINI

Il ricorso sarà pronto in una o al massimo due settimane e riguarderà non solo l’eventuale conversione approvata dal Parlamento, ma anche lo stesso decreto. «Non mettiamo assolutamente in discussione i vaccini – ha spiegato Zaia -, ma alcuni aspetti del decreto Lorenzin».

Secondo Zaia, il Veneto rappresenta un modello da prendere come esempio nella gestione delle vaccinazioni: «Il Veneto non ha l’obbligo vaccinale – afferma il governatore -, così come 15 Paesi europei importanti (dalla Germania alla Spagna, dal Regno Unito ai Paesi del nord Europa), ed è l’unica regione ad avere un’anagrafe vaccinale digitale. Abbiamo dimostrato, con una performance del 92,6%, che non è l’obbligo a risolvere il problema, quanto il dialogo con le mamme e le famiglie».

LA POSIZIONE DI ZAIA SUI VACCINI

Il governatore del Veneto teme, inoltre, che l’obbligatorietà possa, al contrario, provocare l’effetto opposto, creando un aumento più che fisiologico della vaccinazione stessa. La posizione della regione sul tema è ulteriormente specificata dall’assessore alla Sanità Luca Coletto: «Partiamo dal presupposto che siamo favorevoli ai vaccini, ma con una politica di trasparenza e informazione del territorio, evitando le fake news su internet e il sentito dire».

La decisione di Zaia sui vaccini si muove nel solco della mobilitazione di alcune istituzioni locali nei confronti del decreto Lorenzin: la scorsa settimana, ad esempio, il consiglio della provincia autonoma di Bolzano aveva approvato all’unanimità una mozione contraria al provvedimento, con il voto favorevole della SVP (alleato dell’attuale governo) e l’assenza dall’aula degli esponenti del Partito Democratico.

(FOTO da ARCHIVIO/ANSA)

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