Ha attirato l’attenzione dei fotografi e dei giornalisti presenti, ma ha fatto l’accurata scelta di evitarli. Così Maria Elena Boschi, al suo debutto a una prima della Scala di Milano, evita la passerella, gli sguardi e i microfoni indiscreti e entra nel teatro più importante d’Italia attraverso un ingresso laterale.
Abito da sera che fa discutere – ma le serate della Scala prevedono anche queste discussioni sull’outfit – e scelta ben precisa di non farsi immortalare dalle macchine fotografiche presenti all’esterno dell’edificio. Soltanto all’interno si è concessa ai flash del personale autorizzato.
Ha assistito all’opera di Umberto Giordano, l’Andrea Chénier, dal palco reale, insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. L’opera, che ha avuto un discreto successo sia in teatro, sia fuori (11 minuti di applauso in platea e in galleria, 2 milioni di telespettatori per la prima serata su Raiuno), è stata seguita con attenzione dal sottosegretario che, tuttavia, è stata pizzicata da qualche occhio indiscreto, in un momento decisamente particolare.
Proprio durante il lungo applauso, qualcuno l’ha fotografata mentre armeggiava con il suo smartphone. Non certo una esibizione di bon ton e la «paparazzata» è il prezzo che si paga per il fatto di presentarsi a un evento così importante, proprio nel momento in cui rappresenta uno degli interlocutori fondamentali per il tema politico delle ultime settimane, ovvero la vicenda relativa a Banca Etruria.
Forse c’è proprio questo all’origine della scelta di entrare in teatro da un ingresso secondario: il sottosegretario ha voluto evitare i cronisti, pronti a chiederle novità circa la causa civile intentata a Ferruccio De Bortoli e l’eventuale audizione di Federico Ghizzoni – ex ad di Unicredit – in commissione banche.