La Seconda Guerra Mondiale e l’alleanza dell’Italia con la Germania di Adolf Hitler? «Se vuoi essere una potenza mondiale non puoi chiamarti fuori da un conflitto del genere» e «ancora non si sapeva dell’Olocausto». Parla così uno dei volti più noti dell’estrema destra italiana, il leader e candidato premier di Casapound Simone Di Stefano. In un’intervista rilasciata al direttore del quotidiano Libero Pietro Senaldi il 41enne romano non prende le distanze da alcune scelte del regime fascista:
Mussolini fece un altro tragico errore: trascinò l’Italia in guerra…
«Se vuoi essere una potenza mondiale non puoi chiamarti fuori da un confitto del genere».
Ma si schierò con i nazisti…
«Erano gli alleati del tempo, e ancora non si sapeva dell’Olocausto».
Che però il Fuhrer non avesse tutti i venerdì a posto si intuiva…
«Nella guerra mondiale ognuno partecipa in ragione del proprio interesse nazionale. Noi volevamo espanderci in Africa, il nemico era l’Inghilterra. La guerra doveva scoppiare a inizio anni Cinquanta, per dare all’Italia il tempo di ricostruire l’esercito dopo le campagne d’Africa e di Spagna. Hitler sui tempi fece una forzatura».
Ma Di Stefano nella stessa intervista minimizza anche sugli episodi di intimidazione da parte di attivisti o simpatizzanti dell’estrema destra. Per il leader di Casapound il problema della violenza non riguarda la sua area. «Chiudete i centri sociali e non ci sarà violenza politica in Italia», «No global e affini pensano di essere depositari del diritto di sfasciare e picchiare», sono le sue parole. In particolare Di Stefano prende le distanze dall’assalto alle sedi dei giornali e dalle irruzioni nei circoli di immigrati compiute da altri movimenti, e sui blitz di Casapound dice che vengono effettuati «per portare all’attenzione di tutti certi argomenti»:
Come la mette allora con i blitz di CasaPound?
«Li facciamo per rompere delle cortine fumogene e portare all’attenzione di tutti certi argomenti. Però non è violenza, li facciamo contro dei Palazzi, strappiamo bandiere».
Assaltare i giornali o fare irruzioni in circoli di immigrati però…
«Ma quello lo fanno gli altri.Gli elettori hanno capito la differenza tra noi e la destra radicale. I blitz contro i giornali aiutano chi vuol tenere alta la tensione contro i fascisti. Fanno comodo alla sinistra. Noi siamo diversi, più strutturati, come si vede dai numeri, e laici, mentre loro hanno una forte impronta religiosa».
E poi, più avanti:
«La legge Scelba dice che chi cerca di zittire gli avversari con la violenza di fatto ricostruisce il partito fascista. Bene,seguendo il dettato della legge, dovrebbero sciogliere i 400 centri sociali presenti sul territorio: se non ci fossero loro, non esisterebbe violenza politica in Italia oggi. No global e affini pensano di essere depositari del diritto di sfasciare e picchiare».
Per quanto riguarda la sfida delle Politiche 2018, Di Stefano invita Matteo Salvini ad un’alleanza. «Se chiude con Berlusconi, c’è un margine per tornare a parlare», ha detto. «Io sto cercando di rompere con il centrodestra». Secondo Di Stefano un’intesa con Casapound non sarebbe rischiosa per il segretario della Lega Nord: «Se vuoi vincere, qualcosa devi rischiare. Certo, lui ha il problema dei governatori che vogliono stare con Silvio. Però è all’ultima chiamata, o stacca o resta il nipotino di nonno Silvio».
(Foto da archivio Ansa. Credit: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)