Sei parroci molisani e le campane che suonano a morto. Come per un funerale. In sei paesi in provincia di Campobasso e di Isernia hanno accolto così l’approvazione del decreto legge sul biotestamento approvato ieri alla Camera e in attesa del passaggio al Senato. I sacerdoti di Carovilli (Isernia), Castropignano (Campobasso), Duronia (Campobasso), Pietrabbondante (Isernia), Salcito (Campobasso) hanno dato il via alla clamorosa protesta, per una legge che alla chiesa non piace.
A Pietrabbondante, addirittura, il parroco ha fatto circolare un necrologio, affisso ai muri del piccolo centro, in cui si legge: “La vita è vittima della morte: dall’aborto all’eutanasia, alle DAT (disposizioni anticipate di trattamento, ndr). Con queste l’Italia ha scelto di far morire e non di far vivere”.
Campane a morto per biotestamento https://t.co/szRPKuiacn
— Explore Molise (@MoliseBT) 21 aprile 2017
Una posizione molto dura contro la decisione del Parlamento di far passare un provvedimento che garantisce, a ogni cittadino maggiorenne in previsione di una futura incapacità a svolgere le più elementari funzioni vitali, di prendere alcune decisioni anticipate sugli eventuali trattamenti sanitari a cui sottoporsi.
I parroci, in una nota, invitano l’altro ramo del Parlamento a «emendare sostanzialmente la norma o, addirittura, a bocciarla perché inutile». Il suono lugubre tipico di qualsiasi funerale ha accompagnato la votazione della Camera che lo ha fatto passare con 313 voti favorevoli e 59 contrari.
La posizione della CEI in merito alla nuova legislazione sul biotestamento è stata piuttosto dura. In un’intervista al quotidiano Repubblica, il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, aveva parlato di una legge che «non è semplicemente contro l’accanimento terapeutico, ma ne favorisce addirittura l’abbandono». Sempre secondo Bagnasco – che ha sottolineato come la legge non piaccia ai vescovi italiani -, si andrebbe verso «derive pericolose».
(FOTO: account Twitter @allnews24eu)