Elezioni Roma 2016: Giorgia Meloni si sfila dalla corsa di sindaco perché incinta

Categorie: Italia, Politica

La leader di Fratelli d'Italia al Corriere: «Vorrei un maschio. Potrei candidarmi solo se non ci fosse nessun’altra soluzione possibile, solo come extrema ratio»

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia viene intervistata dal Corriere dopo l’annuncio della sua gravidanza fatto al Family Day. «Quell’annuncio non lo rifarei mai», spiega a Paola Di Caro sul quotidiano. Dopo gli insulti ricevuti in rete Meloni sottolinea: «Oggi difenderei con tutte le mie forze questa piccola vita che mi cresce dentro, e che non sono riuscita a tenere lontana dalle brutture a cui pure la politica mi ha abituata». Cosa significa questo in soldoni? Che Giorgia Meloni, incinta, si sfila dalla corsa a sindaco.



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Ecco qui parte dell’intervista su Il Corriere della Sera:

La solidarietà politica corale è una consolazione?
«È vero, mi hanno fatto sentire affetto. Con l’unica eccezione dei 5 Stelle, guarda caso quelli che finiscono sempre per assecondare gli istinti peggiori del popolo dell’anonimato in rete».
Le sono state anche mosse accuse politiche, però: perché fare quell’annuncio in quella piazza?
«Perché mi è venuto, perché lo sentivo, perché non ci vedevo nulla di male, perché da tempo mi pressavano “che farai su Roma, ti candiderai, quando scioglierai la riserva”?».
Lei non è sposata, quella è una piazza tradizionalista.
«Ma io non contesto il ddl Cirinnà sulla base di una convinzione etico-religiosa, non mi interessa se una coppia è sposata in Chiesa, civilmente, se non lo è, se convive o no. Io contesto la pretesa assurda di volere a tutti i costi un figlio come fosse un diritto acquisito, contesto il capriccio di chi — forte perché organizzato in gruppo, perché adulto, perché vota, perché spesso ha i mezzi per una fecondazione eterologa o una maternità surrogata — vuole decidere sulla pelle di bambini che non sono oggetti da creare a piacimento. Lo trovo un ipocrita sotterfugio per far passare come legali pratiche che non lo sono».
Sulla stepchild non cambia idea, ma per la corsa a sindaco la maternità l’ha convinta a rinunciare?
«Premetto: una gravidanza non impedisce a una donna di vivere pienamente la sua vita e il suo impegno, non è né deve essere vissuta come ostacolo, mai. Ma non c’è dubbio che una campagna elettorale che si concluderebbe al settimo mese per un mandato che ti impegna anima e corpo mentre nasce il tuo primo figlio, ti porta a pensare che non sia la strada giusta. Io sono disponibile a tutto per la mia città, che amo, a fare il capolista o qualunque altra cosa. Ma potrei candidarmi solo se non ci fosse nessun’altra soluzione possibile, solo come extrema ratio».



(Foto: ANSA / ANGELO CARCONI)