Il giorno dopo la morte di Gianroberto Casaleggio è sicuramente fra i più difficili, se non il più difficile in assoluto, nella storia del Movimento Cinque Stelle: il cosiddetto “guru” milanese era la mente programmatica e politica del M5S, e la sua prematura scomparsa lascia un vuoto di direzione che sarà molto difficile colmare. Che il Movimento sprofondi in una guerra per bande, ora, è possibile se non si riuscirà a tenere la barra dritta: a dover costruire il futuro del Movimento sembrano ora chiamati Luigi di Maio, vicepresidente della Camera, e il figlio di Casaleggio, Davide, braccio organizzativo della Casaleggio & Associati.
Su Il Messaggero, Claudio Marincola racconta la giornata difficile del Movimento Cinque Stelle, che dovrà necessariamente ripartire da Beppe Grillo.
Voleva farsi da parte, dedicarsi ai suoi show, fare “un passo di lato”, e ora invece dovrà fare il garante. (…) Gianroberto Casaleggio ha una colpa: lo ha lasciato solo. Era il Marx e anche il Lenin dei Cinque Stelle. Decideva la linea, le espulsioni, le candidature, il ruolo del web. Era il grande Moloch e ha spinto il pulsante a distanza fino a che ha potuto. E da visionario qual era non s’è smentito: nel suo testamento politico ha chiesto di prepararsi perché il grande momento si avvicina. Le elezioni politiche arriveranno con un anno di anticipo nel 2017 e il M5S le vincerà. “Prepariamoci a governare il Paese”, è il senso dell’epitaffio lasciato ai suoi fedelissimi, “il sogno che si realizza”. Sapeva che i suoi giorni erano contati e ha voluto pianificare il futuro.
In cabina di comando, come dicevamo, Davide Casaleggio: “Se il padre era il software, lui è l’hardware, insieme erano il sistema operativo”.
Il blog incassa grazie a un sistema rodato: il copyright su tutti i video delle sue webstar, gli stessi parlamentari M5S che sulle loro pagine social hanno centinaia di migliaia di fan. Per ogni video tratto da Rai, Mediaset, La7, la Casaleggio & Associati ricava introiti da banner e spot. Un sistema che si autoalimenta e che ha spese ridotte grazie alla gestione spartana imposta dal guru, uomo colto, ma anche imprenditore che curava bene i suoi affari.
Ora la “gestione” informatico-tecnica del Movimento dovrebbe passare dunque a Davide, manager più che politico, e che dovrà fare i conti con gli altri soci della Casaleggio e Associati.
La linea politica, invece, dovrebbe essere contesa dall’esponente più in vista del Movimento: Luigi di Maio, scrive Iacopo Jacoboni sulla Stampa, ieri è salito a Milano.
Il giovane di Pomigliano d’Arco, salito tutto solo a Milano per recare visita in ospedale, s’è però intrattenuto – particolare decisivo – nel primo pomeriggio alla Casaleggio, a salutare Davide. Da soli. Nessun altro. (…) Davide, che da tempo fa tutto alla Casaleggio, e chiarissimamente è stato investito di una successione che abbiamo già raccontato: da tempo Gianroberto smistava tutto e tutti, anche delicate scelte politiche, al figlio, che le faceva pervenire a Di Maio. Il patto tra i due, Davide e Di Maio, è stato per ora rinnovato. Di certo però alla Casaleggio hanno sempre visto Di Maio e Di Battista come «i nostri ragazzi»; fungibili. E Davide li considerava fino a ieri come sottoposti al duo decisionale dell’azienda. Loro, dotati di enorme ambizione anche se non di carisma, lo accettavano a stento da Gianroberto, ma lo accetteranno dal figlio? E d’altra parte, Davide saprà diventare un po’ «politico» per non finire scalato in breve tempo? Se l’hanno fatto col padre, parrebbe ancor più possibile con lui. Ma proprio un freddo – a differenza dell’emotivo Gianroberto – potrebbe rivelarsi un osso più duro per i due capipopolo napoletano e romano
Secondo il Messaggero, a concorrere per Palazzo Chigi, destinazione ultima del Movimento Cinque Stelle, sarà Luigi Di Maio, dopo una formale votazione degli iscritti; Alessandro di Battista sarà “tutor” di Virginia Raggi in Campidoglio. Senza Gianroberto, però, tutto sarà più difficile: le grandi decisioni, le più controverse, della storia del Movimento, sono sue – ultima quella di far saltare l’accordo sulla Stepchild adoption.
Simbolicamente ieri è entrato in funzione “Rousseau”, il nuovo sistema operativo che il padre di tutti i grillini aveva voluto intitolare a colui che considerava il campione della democrazia diretta. L’ultimo omaggio della Rete.