L’obbligo vaccinale nelle scuole, lanciato dal ministro Beatrice Lorenzin, si farà. Il testo, garantisce il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è già sotto l’esame dei tecnici della Salute, del Miur e della presidenza del Consiglio. Ieri Lorenzin ha spiegato al 5 stelle Alessandro Di Battista come i vaccini obbligatori siano già gratuiti. Ma la titolare del dicastero della Salute non ha spesso brillato, collezionando in passato gaffe e polemiche. Noi, come già abbiamo fatto per Luigi Di Maio, ricordiamo qualche perla.
Il Fertility day. Tutti ricorderanno la campagna del ministero della Salute per promuovere le nascite in Italia. Una iniziativa fallimentare. Il sito è stato chiuso dopo poche ore a causa delle critiche subite sui social. In rete c’era perfino una sezione chiamata Fertility Game in cui, vestendo i panni di un avatar maschile o femminile, si ottenevano punti evitando i principali fattori di rischio – vita sedentaria, alcol, fumo, droghe, infezioni e cibo spazzatura. Non solo: tutti ricorderanno l’opuscolo della campagna bollato come razzista.
Correva marzo 2016 e la ministra fu travolta dalle critiche dopo la nomina a membro del cda dell’Istituto turmori di Milano di Andrea Gentile, figlio di un senatore di Ncd e sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonio Gentile.
Il ministro della Salute rilasciò alcune dichiarazioni sulla festa della donna, a margine di un convegno di Farmindustria. «Come donne dobbiamo fare un sacco di cose: partorire, fare carriera, lavorare fino a 70 anni ma anche essere belle e brillanti, in modo tale che una ventenne non ci rubi il posto e il marito. C’è davvero una grande aspettativa verso noi donne».
Dannate ventenni.
Ebbene sì, Lorenzin riuscì a peggiorare la situazione dopo il fallimento della campagna sulla feritilità. «Per il prossimo Fertility Day – dichiarò – dobbiamo fare nuove campagne, per questo chiediamo a dei creativi, possibilmente a titolo gratuito perché dobbiamo far attenzione al bilancio, di darci una mano». Una roba che fece infuriare i creativi di mezza Italia.
Giugno 2013, il ministro durante una visita a Napoli dichiarò: «C’è un comitato al ministero per lo studio delle aree con maggiore criticità, ma bisogna non lasciarsi suggestionare e attenersi all’evidenza scientifica che viene da questi studi. Ci sono altre questioni sanitarie in queste zone che dipendono anche dagli stili di vita dei campani». Mediaticamente finisce che è “colpa dei campani” se c’è la terra dei fuochi. Non male per una dichiarazione da ministro.
(in copertina foto ANSA/ GIORGIO ONORATI)