Disastro M5S alle comunali del 2017. Il Movimento 5 Stelle, primo partito italiano nei sondaggi, è rimasto escluso da tutti i ballottaggi delle principali città italiane andate al voto. Il M5S non è mai stato capace di superare il 20%, neppure a Genova, la città di Beppe Grillo, che ha dimostrato con il successo al primo turno del centrodestra come l’amministrazione uscente di centrosinistra fosse particolarmente impopolare. Dopo le trionfali amministrative del 2016 e la vittoria del No al referendum costituzionale, il M5S ha subito un pesante passo falso alle comunali che avrebbero dovuto lanciare la loro corsa verso le elezioni politiche anticipate. All’interno dei 5 Stelle è già partita la caccia al colpevole per un risultato così deludente. Sopratutto a Palermo e Genova, le due principali città di questa tornata amministrativa. Alle politiche 2013 il M5S era arrivato primo nei capoluoghi di Sicilia e Liguria: Forello e Pirondini non arrivano neanche al 20%, con valori di consenso quasi dimezzati rispetto al voto di quattro anni fa.
Passi falsi resi ancora più amari dal buon risultato ottenuto da Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma è arrivato primo, e probabilmente senza la sua espulsione il M5S avrebbe ottenuto un ottimo risultato nella prima città conquistata dal movimento. Sul banco degli imputati c’è sopratutto Luigi Di Maio. È lui che ha spostato i 5 Stelle, d’accordo con Davide Casaleggio, su una linea di dialogo istituzionale che non sembra affatto pagare. A livello locale la base grillina appare depressa, e non ci sono nuovi voti conquistati, in particolare al Nord, dove i 5 Stelle fanno fatica a superare il 10% nei comuni più popolosi di Lombardia e Veneto
. A Genova il M5S ha dato il peggio di sé: prima subendo una pesante scissione, poi espellendo la candidata che aveva vinto le comunarie. Una strategia bocciata da una città per nulla ostile a Grillo, che qui ha casa. A Palermo il caso delle firme false ha portato a una faida impressionante, che ha evidentemente penalizzato Ugo Forello. Problemi malgestiti a livello locale dai vertici nazionali: i 5 Stelle non sono un partito, e la mancanza di organizzazione e radicamento si fa sentire molto alle comunali. Il M5S è deciso solo quando reprime il dissenso, e questa strategia di silenziare ogni critica a Grillo come a Casaleggio si è rivelata disastrosa a Parma come a Genova.
Foto copertina: ANSA/ ANTONINO DI MARCO