Dalla guerra di Corea alla guerra al congiuntivo. È un Antonio Razzi esplosivo quello che va in onda su La7, nel programma L’Aria che tira. Alla vigilia della sua spedizione in Corea del Nord per «provare a mediare con Kim Jong-un», evitare il proliferare di ulteriori esperimenti bellici ed evitare così una vera e propria guerra nucleare, il senatore dice la sua sulla sua capacità di mediatore.
«Ci vuole un certo savuàfer (sic): io non solo sono in grado di parlare liberamente con Kim Jong-un – ha detto Razzi ai microfoni di David Parenzo e davanti a una esterrefatta Dacia Maraini -, ma con tutti i dittatori del pianeta. Io vado a parlare perché non ho paura di nessuno e il pericolo è il mio mestiere».
Poi, in chiusura di trasmissione, arriva il vero e proprio botto finale. Parenzo lo stuzzica, dicendo che Razzi ha potuto combattere e vincere tutte le guerre del mondo, meno quella contro il congiuntivo. Il senatore abruzzese lo ammette, ma riesce ad avere la risposta pronta: «Questo ci credo. Purtroppo è il mio italiano. Se oggi parliamo la lingua di Dante è perché è venuto prima Dante. Se io nascevo prima di Dante, parlavate la lingua di Razzi». Non fa una piega.