Referendum Jobs Act. La Corte costituzionale esaminerà nella camera di consiglio dell’11 gennaio 2017, in aggiunta alle altre cause già fissate, l’ammissibilità delle richieste relative a tre quesiti abrogativi tutte concernenti disposizioni in materia di lavoro, comprese misure presenti nel Jobs Act, la riforma del governo Renzi. Le richieste sono già state dichiarate conformi a legge dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, con ordinanza depositata il 9 dicembre 2016.
A presentare le firme (oltre 3 milioni) per i tre quesiti di referendum abrogativi era stata la Cgil. Il 9 dicembre scorso la Cassazione ha poi vagliato la validità delle sottoscrizioni depositate e trasmesso la sua ordinanza con il via libera ai quesiti alla Consulta, che ora dovrà verificarne la conformità alla Costituzione.
Le tre richieste di referendum abrogativo riguardano in primis le norme sui licenziamenti illegittimi, contenute nel Jobs act, e dunque sul superamento della tutela reale dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sostituita con l’indennizzo economico. Inoltre, un quesito chiede di abrogare le norme sui ‘voucher’ e il lavoro accessorio, mentre un altro quesito è rivolto a cancellare la limitazione sulla responsabilità solidale in materia di appalti.
La Cgil aveva avviato la sua raccolta di firme il 9 aprile scorso, per depositarle poi in Cassazione il primo luglio. Se la Consulta darà il suo via libera, il referendum si svolgerà, come prevede la legge, tra il 15 aprile e il 15 giugno.
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: Jin Yu / Xinhua via ZUMA Wire)