Matteo Renzi, a Como per la manifestazione antifascista organizzata dal Pd dopo il blitz dei Veneto Fronte Skinheads, parla delle elezioni e delle possibili alleanze dopo il voto. A Tommaso Cerno che per Repubblica gli chiede se è vero che alla fine il partito democratico farà un accordo con Forza Italia per formare un governo di coalizione, il segretario dem risponde un secco “no”, motivandolo così:
Berlusconi è bravissimo a camuffarsi. In questa campagna elettorale sembra un passante. Ma ce lo ricordiamo vero che lui è il principale responsabile di questi lustri? Che lui è Mister Spread? Che sta ripromettendo le stesse cose del 1994 perché non le ha mai fatte? E le uniche promesse mantenute – dall’Imu all’Irap – gliele abbiamo realizzate noi. Io non contesto ciò che Berlusconi ha fatto: contesto ciò che Berlusconi non ha fatto.
Un giudizio non peggiore di quello che Renzi all’acerrimo nemico di “Mister Spread” Berlusconi, Massimo D’Alema, ritenuto dal segretario dem il responsabile dell’uscita di Pietro Grasso dal Pd:
Per me è inspiegabile che mentre la sinistra europea cerchi unione su temi e progetti, in Italia questo non accada. Ci abbiamo provato fino alla fine: purtroppo ha vinto la linea di chi voleva la rottura, la linea di D’Alema. Del resto D’Alema ha combattuto Occhetto, Prodi, Veltroni, Fassino: che adessso combatta anche me è quasi rassicurante, si vede che non cambia mai. Forse però alla fine meglio così: gli elettori potranno sciegliere in piena libertà.
Il commento alle scelte di Boldrini e Grasso, i presidenti di Camera e Senato che sono scesi in campo in vista delle elezioni, ma in uno schieramento diverso da quello del partito di maggioranza al governo, è sintetico, ma non nasconde un velo di sarcasmo:
Dal punto di vista istituzionale è sorprendente: mi pare che i precedenti siano Irene Pivetti e Gianfranco Fini con risultati, se ben ricordo, non eccellenti. Sul piano politico, i mieri auguri a Grasso e Boldrini per la loro avventura, il Pd è una comunità diversa, che va oltre i personalismi.
Foto copertina: ANSA/FLAVIO LO SCALZO