Sta succedendo da mesi, ma la vicenda è stata resa nota soltanto nelle scorse ore. In provincia di Udine, diversi sindaci e amministratori che, all’interno dei loro comuni, mettono in atto delle politiche di accoglienza nei confronti dei migranti, stanno ricevendo delle lettere minatorie che contengono escrementi (non si capisce se umani o di animali).
Il messaggio delle missive appare molto chiaro, anche perché sono spesso accompagnate da biglietti che indicano proprio nell’accoglienza dei rifugiati la causa di questo gesto di minaccia e di protesta. Gli episodi, secondo le prime indiscrezioni, stanno andando avanti dal mese di giugno 2017 e riguardano diversi sindaci della provincia di Udine. Tra questi, secondo Il Messaggero Veneto, i primi cittadini di Campoformido, Pozzuolo ed Enemonzo.
Probabilmente, il gesto è ascrivibile a un’unica persona o a un unico gruppo di persone, perché l’area dei comuni all’interno dei quali arriva la minaccia è piuttosto circoscritta. Non sono stati segnalati casi, ad esempio, nella vicina provincia di Gorizia. Alcuni primi cittadini hanno provato, in questi mesi, a minimizzare l’accaduto, ma la frequenza con cui questi episodi si stanno verificando inizia a essere piuttosto preoccupante.
In favore dei sindaci pro-migranti si sono espressi diversi esponenti del mondo politico, che hanno voluto manifestare la propria solidarietà e la propria vicinanza alle vittime delle minacce. Ieri, ad esempio, è arrivato il messaggio del governatore del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha parlato di «Atto vile contro chi si è speso per la solidarietà».
Lo stesso hanno fatto i deputati di Possibile, che hanno scritto una lettera firmata da Pippo Civati, Beatrice Brignone, Andrea Maestri e Luca Pastorino: «Le lettere con escrementi inviate ai sindaci friulani premiati per la loro accoglienza sono frutto del clima avvelenato ed esasperato degli ultimi mesi, vittime di un atto deprecabile e disgustoso». Nella lettera, infatti, si fa riferimento ad alcuni sindaci – tra quelli che hanno ricevuto le minacce – che a inizio estate erano stati premiati con il cavalierato al merito della Repubblica italiana proprio per le loro politiche di accoglienza nei confronti dei migranti.
FOTO di repertorio ANSA/ORIETTA SCARDINO