16 colpi di cacchio prima di andare a dormire

VENDETTA – Si era all’alimentari a fregare un po’ di limoncelli, delle gomme tossiche a forma di limone, che costavano 50 lire e contenevano con ogni probabilità dell’uranio impoverito. Il rubarle non aveva a che fare col risparmio ma con l’incipiente testosterone e tutte quelle cose che fanno i bonobo per capire chi sta sopra e chi sta sotto. Daniele Corsetti era amico di Marta Micelli, il frocetto del cazzo, e quando la fata dei miei sogni umidi entrò nel negozio non riuscii a profferire verbo, figuriamoci Gimme Five (“It’s a new sensation really good vibration. Oh. Lascia perdere”). Mi misi in bocca una quantità spropositata di limoncelli mentre il filantropico Daniele per aiutarmi a vincere l’imbarazzo disse ad Marta Micelli: “Lo sai che a lui gli piaci?”. Non potevo credere che l’avesse veramente detto e forse quello era il momento buono per attaccare la seconda strofa ma riuscii a dire solo “Gimme Five!” sperando in un “Allright” che avrebbe salvato tutto.Marta Miceli mi guardò in faccia, mi guardò le scarpe, e rise. E non con me, giacché io non ridevo. Fregò un limoncello e uscì insieme a Daniele Corsetti. Pagai i limoncelli fino all’ultimo centesimo. A quanto pare in quella cosa dei bonobo io stavo sotto. Ma non tutto volgeva al peggio. Quella stessa primavera accadde l’imponderabile. Mi stavo facendo la solita sega dietro a Testo e contesto pensando a Marrachelli con Raffaella Vignoli quando ad un certo punto venni. E intendo dire proprio venni. Sentii qualcosa uscire, ma non vedevo niente e me lo dovetti strizzare, letteralmente, per poter dire “sbrodolo”. Venne fuori una piccola gocciolina di quello che poteva essere solo sperma, e mi veniva quasi da piangere. Ma avevo perso abbastanza liquidi per quel giorno e lasciai correre. L’ho poi rivista Marta Miceli, molti anni dopo. Era grassa, seduta su un muretto, e aveva l’aspetto di una che aveva abortito più volte da poco. Sono andato a casa e sono venuto di nuovo.

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