La strategia del terrore con cui il “calciatore” al-Baghdadi governa l’ISIS
18/11/2015 di Redazione
Abu Bakr al-Baghdadi
ha ordinato gli attentati di Parigi che hanno ucciso oltre 130 persone venerdì 13 novembre 2015. La carneficina al Bataclan e la mancata strage dello Stade de France portano l’inconfondibile marchio dell’orrore che accompagna le gesta del capo dell’ISIS, il terrorista più ricercato del mondo, autoproclomatosi califfo del sedicente Stato islamico instaurato tra Iraq e Siria.
ISIS
Gli attentati di Parigi avrebbero probabilmente dovuto essere ben più letali di quanto purtroppo accaduto. Se i miliziani dell’ISIS fossero entrati all’interno dello stadio dove si giocava l’amichevole tra Francia e Germania sarebbero morte diverse centinaia di persone. Una tragedia in mondovisione che avrebbe rivaleggiato per orrore con il crollo in diretta delle Twin Towers avvenuto a New York l’11 settembre 2001. L’ideatore di questo scenario di terrore è Abu Bakr al-Baghdadi, il capo dell’ISIS e l’autoproclamato califfo dell’entità substatuale fondata tra Siria e Iraw da ormai un anno e mezzo. In gioventù al-Baghdadi, che alla nascita si chiamava Ibrahim Awad Ibrahim al-Badri, era un appassionato calciatore, apprezzato per le sue qualità di controllo del pallone da chi giocava con lui. Nella prigione dove l’avevano portato gli americani veniva soprannominato Maradona o Messi. La passione per il calcio è una delle poche qualità ancora umane che si possono ascrivere al terrorista più efferato della storia recente. Al-Baghdadi è la mente che ha creato l’estetica da horror, più fedele ai film di Dario Argento che al Corano, che ha rafforzato la propaganda di morte dell’ISIS. Piloti arsi al rogo, infedeli annegati o fatti schiacciare vivi dai carro armati, decapitazioni su scala seriale da far condividere sui social network.
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AL-BAGHDADI ISIS
La strategia dell’orrore di al-Baghdadi corrisponde a un preciso disegno che segue la line già adottata dal “maestro” del capo dell’ISIS, il terrorista al-Zarqawi. Zarqawi è stato il fondatore di al-Qaida, la formazione terrorista responsabile del maggior numero di massacri ai tempi della resistenza irachena contro l’occupazione americana seguita alla deposizione di Saddam Hussein. La strategia di al-Zarqawi è stata illustrata in un libro di un ideologo jihadista, Abu Bakr Naji, che ha spiegato come le barbarie possano favorire l’ascesa del fondamentalismo. La strategia del terrore permanente è ciò che ha spinto al-Baghadi a sfidare i grandi Paesi dopo l’intensificarsi dei bombardamenti sulla Siria. Colpita Beirut, Mosca attraverso la caduta del Metrojet sul Sinai, e infine Parigi. Quasi 500 morti in pochi giorni, per terrorizzare i nemici del sedicente califfato. Una morsa di paura che ha colpito tutti coloro che vivono sotto la bandiera nera dell’ISIS: infedeli sono puniti anche con la morte, i cristiani costretti a pagare una tassa speciale oppure alla fuga, e un’applicazione così severa della Sharia da intimorire anche gli ex compagni terroristi di al-Qaida. Abu Bakr al-Baghadi finora è sfuggito ai ripetuti bombardamenti americani, che però potrebbero averlo ferito gravemente. Manca in pubblico dal discorso con cui aveva proclamato il califfato dopo la conquista di Mosul, e le ultime notizie su di lui sono relative ai sistematici stupri a cui sottoponeva una prigioniera americana morta recentemente.