Il lungo veleno di Acerra

A SCUOLA -Cartelle, album da disegni, grembiulini e amianto. L’ultima denuncia in città riguarda rifiuti di fonderia varia mischiati con le basi di un asilo “Bosco incantato”.  Ultimo regalo della ditta sotto accusa. “Ho denunciato dei rifiuti tossici interrati e mischiati  al cemento , in un edificio che ora ospita una scuola d’infanzia” racconta il ragazzo. “Gli stessi operai del gruppo Pellini hanno avuto la coscienza forte di poter testimoniare. Sono stato chiamato due volte dalla procura di Nola per essere ascoltato. Non è cambiato granché. I bambini continuano ad andare in quella struttura maledetta”. Alcuni bimbi lamentano già allergie e difficoltà respiratorie.

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E ORA? – Gli abitanti di Acerra sono ancora in pericolo. Alessandro ricorda: “Il reato ambientale è permanente nel tempo. Da adesso a vent’anni avremo le conseguenze. Il picco massimo dei tumori si verificherà tra 5/6 anni. Già ora i casi stanno aumentando”.  Cambierà qualcosa? “Non si potrà fare nulla. Finché non si cambia questo sistema ad Acerra (e altrove) non cambierà nulla. Se si inizia ad accettare la verità significa che gran parte delle case di questa città, costruite sotto la stessa ditta e con le stesse modalità, dovranno essere abbattute. Ciò significa che il 30 per cento dei cittadini rimangono senza casa. E chi li pagherà? Chi doveva controllare non ha controllato. C’è chi ha rilasciato licenze abusive l’ha fatto in cambio d’altro. Non è cambiato nulla. Nonostante ci sia stata l’indagine il sistema Pellini si sta riattivando. Non più dietro i carabinieri a dietro altri personaggi”. Ti senti solo? “Fortunatamente qualcosa si sta alzando. Ma la solidarietà a livello umano non basta. Però è già tanto che si stanno aprendo indagini. Sono fiero di quello che faccio. A volte voglio abbandonare. Ma vado avanti. Ho 24 anni ho un futuro e l’unica colpa che hanno questi cittadini e quella di vivere qui”. Qui dove anche i contadini “si sono rivolti al camorrista per far cessare l’attività illecita” svela nella sua requisitoria il pm Maria Cristina Ribera. Perché, come disse Mario Cannavacciuolo, pastore in una intervista: “Accà se more comm’e mmosche”.

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