Affitto con riscatto, come funziona il “rent to buy”
14/12/2015 di Redazione
La possibilità di acquistare un “Affito con riscatto” è stata introdotta dal decreto Sblocca Italia del 2014 con un contratto “di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili”. Quella che Matteo Renzi chiama “rent to buy” è in realtà invenzione di Amintore Fanfani. Sessant’anni fa, l’allora presidente del Consiglio toscano lo introduceva nel “piano casa” per l’edilizia popolare, in modo che gli inquilini, dopo un certo numero di anni, potessero riscattare l’appartamento eguagliando i canoni d’affitto alle rate di un mutuo. “In sostanza – spiega Il Giornale – è un affitto finalizzato alla vendita, come il leasing di un’auto che può essere acquistata con una maxirata finale dopo aver versato i canoni mensili. Lo Sblocca Italia ha tentato di rilanciare la formula di Fanfani estendendo i benefici del riscatto finora riservati all’edilizia sociale”.
RENT TO BUY –
L’inquilino che intende riscattare l’appartamento, dovrà pagare un canone d’affitto più alto rispetto al solito perché la rata comprende gli acconti mensili sulla futura vendita. “Esiste l’impegno, non l’obbligo di comprare casa” – continua Il Giornale
Se l’affittuario deciderà di non compiere quel passo, il proprietario tratterrà anche parte delle somme incassate come acconto; se invece sarà quest’ultimo a non volere più vendere, l’inquilino dovrà rivolgersi a un giudice che è tenuto a dargli ragione. Se poi l’inquilino dovesse fare il furbo, cioè non comprare e nemmeno pagare, il proprietario potrà promuovere un’azione giudiziaria di semplice rilascio del bene, che è più economica e veloce di uno sfratto.