Alla scoperta della stazione Mediopadana AV

UN SERVIZIO UTILIZZATO – A questo punto decidiamo di tornare dentro per verificare la situazione sul binario 1 che accoglierà il treno Frecciarossa con destinazione Milano. Una volta salite le scale mobili la sorpresa si fa ancora più grossa. La banchina è piena, anche più di quanto non fosse avvenuto per il nostro convoglio. E non si sente parlare solo reggiano. Gli accenti sono diversi e dimostrano come l’obiettivo sia stato pienamente raggiunto. Molti passeggeri sono lombardi che prendono la macchina, lasciano la vettura in stazione e vanno verso Milano risparmiando tempo rispetto al collegamento regionale. E’ il caso di un passeggero cremonese equipaggiato con una bicicletta pieghevole che ci conferma come sia meglio fare così piuttosto che affidarsi a Trenord, il servizio regionale lombardo di Trenitalia.

LE TESTIMONIANZE – Una coppia di ragazzi di Reggio Emilia invece ci dice di aver scelto questa soluzione perché permette loro di raggiungere Milano per la metà del tempo allo stesso prezzo. Si perché il prezzo pieno del collegamento tra Milano Centrale e Reggio Emilia Av è di 27 euro. Tuttavia esistono biglietti da 9, 13, 15 e 19 euro. Il treno più veloce della linea storica, il Frecciabianca, collega le due città in un’ora e 31 minuti, al prezzo massimo di 25 euro e 50. Un altro passeggero di Mantova aggiunge che se somma i 40 minuti di auto da casa sua per Reggio Emilia ed i 48 per Milano riesce comunque a risparmiare mezz’ora rispetto a quanto non impiegherebbe con Trenord, con la certezza che i ritardi sarebbero quantomeno contenuti.

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LA DESOLAZIONE POST PARTENZA – A proposito, il Frecciarossa arriva con cinque minuti di ritardo ma nessuno si preoccupa. Probabilmente verranno recuperati nel tragitto o al massimo con l’ingresso a Milano Centrale. I viaggiatori ci salutano e noi assistiamo alla salita sul treno di circa 250 persone che raggiungeranno Milano in tre quarti d’ora contro l’ora e venti dell’automobile e l’ora e mezza sulla linea storica. L’Etr500 parte e la stazione piomba nuovamente nel silenzio. I taxi scompaiono nuovamente, i poliziotti di pattuglia se ne vanno, gli impiegati di Italo e Trenitalia tornano nei loro uffici. La stazione diventa così deserta anche perché il prossimo collegamento non sarà che dopo 50 minuti. A seguire ci sarà un buco di tre ore a cui seguiranno i collegamenti del pomeriggio e della sera.

IL MONDO INTORNO – Riusciamo dalla stazione ed a piano terra veniamo accolti dal rumore lontano dei camion in transito sull’autostrada e, nuovamente, dall’odore di concime e dallo scampanio dei bovini al pascolo. Risaliamo un’ultima volta per ammirare la magnificenza di un’opera che sta mantenendo ciò che ha promesso, ovvero diventare un punto di raccordo tra la provincia emiliana, quella lombarda ed anche quella ligure con la metropolitana d’Italia, ovvero l’AV Torino – Venezia – Salerno – Bari. Un Frecciarossa lanciato a tutta velocità in stazione ci ricorda i vantaggi della modernità anche nei trasporti e come un’infrastruttura all’apparenza isolata rappresenti un’opportunità di crescita.

I PROBLEMI – Certo, le criticità restano. La stazione al momento appare isolata dal resto del mondo e di Reggio Emilia. Calatrava l’ha progettata quasi come fosse un aeroporto, e forse in futuro sarebbe intelligente provvedere alla nascita di servizi navetta che colleghino la stazione con le province più vicine, così da facilitare la mobilità di coloro che magari non hanno la macchina. In futuro si dovrebbe pensare anche ad un presenziamento più massiccio. Gli ambienti interni sono protetti da porte di vetro a scorrimento ma il sospetto è che di sera la zona possa diventare una specie di “terra di nessuno”, visto che sembra mancare un’illuminazione stradale efficace.

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I VANTAGGI – Una volta constatata l’utilità di Reggio Emilia Av decidiamo di confrontare il servizio sperimentato sulla linea ad Alta Velocità in contrapposizione a quello sulla linea “storica”, anche per paragonare i tempi di percorrenza e di viaggio. E ci rendiamo conto che l’unico vantaggio autentico garantito dalla vecchia linea è dato dal numero di corse, 34, e che prevedono anche la possibilità di pensare a coincidenze nella stazione di Piacenza. I vantaggi però finiscono qui. Certo, Reggio Emilia Mediopadana è lontana 4 chilometri dal centro mentre Reggio Emilia Fs è distante poche centinaia di metri. Tuttavia la linea 5 consente di raggiungere la città in circa 15 minuti (tempo calcolato da noi) sfruttando una frequenza di mezz’ora cadenzata con l’arrivo dei treni.

IL RUOLO ECONOMICO – Quindi, se ponessimo per assurdo anche un’attesa di 10 minuti per l’autobus (ammesso che non si voglia prendere un taxi a 10 euro, ma questo è un altro discorso) raggiungeremmo il centro di Reggio Emilia da Milano in un’ora e 13 minuti, 19 minuti in meno rispetto a quanto non farebbe un Frecciabianca sulla linea storica. Certo, in stazione a Reggio Emilia ci sono i servizi di ristorazione che al momento mancano a Mediopadana Av, ma è solo questione di tempo ed arriveranno anche lì. Infine resta un solo problema. In futuro, forse, sarebbe auspicabile aumentare il numero delle corse. Certo, una sosta a Reggio Emilia ridurrebbe e di molto la media nella percorrenza della Milano-Bologna ma rappresenterebbe uno sprone notevole all’economia emiliana e lombarda. L’Italia diventerebbe davvero più piccola, a tutto vantaggio della ripresa economica.

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UN’OPERA INASPETTATAMENTE UTILE – Per finire, una considerazione. E’ insensato avere un preconcetto ideologico nei confronti dell’Alta Velocità. Molto meglio verificare con mano la situazione per capire se ci sia un’utilità nella realizzazione di un’opera. Reggio Emilia Mediopadana appare immensamente più utile rispetto ad altre linee costruende o in progettazione, appunto perché ha consentito ad una parte importante dell’Italia (non dimentichiamoci che a poca distanza da qui c’è Sassuolo, il capoluogo mondiale della ceramica) di avvicinarsi con i gangli economici e del potere. L’uso di questa stazione dimostra quale sia la sua potenzialità. Forse sarebbe il caso di darsi una mossa nel realizzare anche le strutture d’accompagnamento ed in futuro Reggio Emilia AV Mediopadana potrebbe diventare lo spot migliore per i “Si Tav”, perché dimostrerebbe il valore dei collegamenti ferroviari ad alta velocità senza paura di smentite.

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