Massimiliano Allegri denunciato dai vigili urbani per averli insultati

Massimiliano Allegri avrebbe insultato due vigili urbani di Torino dopo un controllo nel centro del capoluogo piemontese. I due agenti, che avevano bloccato l’automobile dell’allenatore della Juventus visto che il conducente stava parlando al telefono cellulare, avrebbero chiesto i documenti ad Allegri. Visto che non aveva con se la patente di guida, il mister bianconero avrebbe prima chiesto di esser lasciato andare, per poi rivolgersi con parole offensive verso i vigili che gli stavano facendo una contravvenzione. Massimiliano Allegri avrebbe avuto uno scatto d’ira, rivolgendosi agli agenti più volte con l’epiteto di falliti. Il fatto è raccontato da La Stampa, e sarebbe avvenuto prima della sfortunata finale di Champion’s League persa dalla Juventus contro il Real Madrid.

GLI INSULTI DI ALLEGRI AI VIGILI DI TORINO

I due vigili, dopo aver informato i superiori in una telefonata avvenuta in diretta mentre avveniva la discussione con Allegri, hanno rilasciato una testimonianza inserita poi in un’informativa inviata alla procura di Torino, dove si valuta un’eventuale ipotesi di reato come l’oltraggio a pubblico ufficiale. Nell’informativa è ribadito più volte che i due agenti sarebbe stati apostrofati come falliti dall’allenatore della Juventus. La Stampa rimarca come il caso abbia creato grande curiosità all’interno di diversi palazzi torinesi, quello della polizia municipale come nella procura del capoluogo piemontese. La testata diretta da Maurizio Molinari sottolinea un aspetto ironico della vicenda. I due agenti che hanno fermato Massimiliano Allegri in via Cavour fanno parte della scorta che abitualmente accompagna gli spostamenti del pullman della Juventus in città. L’allenatore bianconero, fresco di rinnovo di contratto, per ora non ha rilasciato alcun commento sulla vicenda. Alcuni anni fa Max Allegri aveva avuto un simile problema coi carabinieri che l’avevano fermato per un sorpasso non consentito, a cui aveva rivolto espressioni ingiuriose. Foto copertina: Maurizio Borsari/AFLO

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