Amazon alla Corte Suprema per i controlli antifurto sui suoi dipendenti
09/10/2014 di Andrea Mollica
Amazon è finita di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti per i controlli di sicurezza a cui si devono sottoporre i suoi dipendenti dopo la fine del loro turno di lavoro. Gli impiegati del colosso del commercio online reputano che questo periodo di tempo debba esser compreso all’interno dell’orario di lavoro, mentre Amazon si rifiuta di considerare il controllo anti furto una mansione da retribuire.
AMAZON ALLA CORTE SUPREMA – Nella giornata di ieri si è svolta l’udienza di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il massimo tribunale nel sistema giudiziario americano, del caso che riguarda i controlli contro il taccheggio interno all’azienda di Amazon. Il colosso del commercio online obbliga i dipendenti dei suoi magazzini a sottoporsi ad un esame che verifichi l’eventuale sottrazione della merce e che viene svolto alla fine di ogni turno, e che richiede secondo i lavoratori un periodo prolungato di tempo, che arriva a superare i 20 minuti. I dipendenti di Amazon hanno ottenuto il diritto di esser ascoltati dalla Corte Suprema, la cui giurisprudenza disciplina tutti i tribunali di livello inferiore, statali come federali, perché ritengono che i controlli debbano essere considerati come parte fondamentale del loro lavoro. La durata e il vincolo a svolgere i controlli alla fine di ogni turno andrebbero inserite all’interno delle mansioni retribuite. Amazon invece si oppone a questa rivendicazione dei lavoratori, e attraverso un portavoce ha fatto notare come i controlli anti furto siano spesso molto brevi e non causino le file e i tempi di lunghi d’attesa lamentati dai suoi dipendenti.
AMAZON E I CONTROLLI ANTI FURTO – Il quotidiano finanziario Wall Street Journal rimarca come l’udienza di fronte alla Corte Suprema non abbia chiarito in modo definito l’orientamento dei giudici rispetto al caso di Amazon. L’avvocato che rappresentava i lavoratori del colosso del commercio online ha ribadito come i controlli anti furto durino fino a 20 minuti, anche perché il gruppo non assume personale per svolgere questa mansione. Quando i turni di lavoro all’interno dei magazzini di Amazon finiscono si creano spesse code e lunghi tempi di attesa, per controlli che potrebbero esser accorciati se ci fossero più addetti, ha evidenziato il legale dei dipendenti. Il giudice Elena Kagan, l’ultima nomina di Barack Obama per la Corte Suprema, ha evidenziato le maggiori simpatie per le richieste dei lavoratori secondo il Wall Street Journal. Il caso, che sarà deciso alla fine della sessione della Corte Suprema, quindi indicativamente a fine giugno dell’anno prossimo, potrebbe avere un impatto significativo su molte altre aziende.
AMAZON E LA CORTE ROBERTS – Dopo che la Corte d’appello federale di San Francisco ha accettato di discutere la causa, diversi altre imprese americane, come Apple o Ross Stores sono state querelate per i controlli anti furto a cui vengono sottoposti i loro dipendenti. Il governo degli Stati Uniti si è schierato con Amazon, perché ritiene possibile considerare i controlli come una mansione professionale e dunque retribuirlo solo nel caso in cui fossero assai più intrusivi e prolungati rispetto agli standard adottati dalle aziende. La Corte Suprema presieduta dal giudice John Roberts ha una consolidata giurisprudenza pro aziende, favorita dal maggior numero di magistrati conservatori, 5 a 4, che fanno parte del massimo tribunale americano. Nel corso dell’udienza il giudice Scalia, noto per le sue posizioni molto conservatrici, ha espresso la posizione più favorevole a Amazon, visto che ha rimarcato come l’ispezione alla fine del lavoro non possa essere considerata una mansione professionale. Il giudice Anthony Kennedy, di tendenze libertarie e quindi pro business, ha convenuto come assumere più personale per i controlli anti furto potrebbe danneggiare le aziende. Il magistrato Ruth Ginsberg, una delle voci più progressiste della Corte Roberts, ha citato un precedente che non sembrerebbe dare grandi chance alla causa dei lavoratori.
(Photocredit: David McNew / Getty Images)