Amministrative a Roma, Roberto Giachetti terzo dietro Meloni e Raggi
27/04/2016 di Tommaso Caldarelli
I sondaggi non sono buoni, anche se, si legge, il candidato del centrosinistra avrebbe eccellenti margini di recupero: Roberto Giachetti candidato sindaco alle Elezioni Comunali 2016 è indietro nelle rilevazioni demoscopiche e insegue sia Virginia Raggi, candidato del Movimento Cinque Stelle sia Giorgia Meloni, candidata di un centrodestra che, pur diviso, si mostra competitivo nella capitale. Di qui la scelta di Roberto Giachetti di cambiare completamente registro e di passare all’attacco della Raggi, sì, ma soltanto sui temi dell’amministrazione concreta della città.
AMMINISTRATIVE A ROMA, ROBERTO GIACHETTI TERZO DIETRO MELONI E RAGGI
Repubblica nella Cronaca di Roma con Giovanna Vitale ci racconta che i numeri, per ora, non arridono a Giachetti, stando ai numeri di Izi Spa su un campione di 1686 romani.
La partita per il governo di Roma è una gara a tre: Raggi, Meloni, Giachetti. Con il candidato del Pd che, però, rispetto alla fotografia scattata dallo stesso istituto di ricerca poco pià di un mese fa, appare in leggero svsantaggio rispetto alla sfidante FdI-Lega.
Oggi Virginia Raggi risulta in testa con il 28,2%, Giorgia Meloni è seconda al 24% (e quindi virtualmente al ballottaggio) e Roberto Giachetti a un’incollatura col 22,4%, il civico Marchini al 9%, il forzista Bertolaso al 7,4, Fassina con Sinistra Italiana al 6,6%, Storace al 2,4%. Una classifica che si manterrebbe invariata anche col ritiro di Guido Bertolaso. Questi numeri spiegano le ultime scelte del candidato del centrosinistra per Palazzo Senatorio.
Cambia strategia, Roberto Giachetti. Evidentemente persuaso che l’attacco frontale alla sfidante del M5S non solo non porta voti ma, semmai, gliene fa perdere – caso Acea docet – il candidato del Pd ha deciso di mutare registro. basta aggressioni personali, stop alle «polemiche in politichese». Forse per non alienarsi quella parte di elettorato che, pur guardando altrove, simpatizza per la grillina, rischiando di risultare determinante in vista del ballottaggio; ma sopratutto cercare di conquistare i tantissimi (ancora) indecisi, per lo più concentrati nel campo del centrosinistra, occorre restare coi piedi per terra. E infatti: «A me di tutta la vicenda Raggi in relazione al suo presunto ruolo nella Hgr non me ne pò fregà di meno, vorrei confrontarmi con lei su Roma e su cosa vogliamo fare in questa città», ha tagliato corto ieri il vicepresidente della Camera.
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L’idea è che parlare male di Virginia Raggi non faccia altro che esporla, col rischio di aumentare i suoi consensi; il tutto a vantaggio, guarda un po’, della candidata della destra Giorgia Meloni.
Legna in cascina che Giachetti non è più disposto a regalare alle sue due avversarie. Da contrastare, dunque, solo sul piano dei programmi, delle proposte concrete per la città: tralasciando le «polemiche in politichese di cui ai romani non interessa niente», ha spiegato il renziano. Convinto che siano i trasporti da terzo mondo (con tutto il rispetto per il terzo mondo), i rifiuti che rischiano di invadere di nuovo strade e piazze, la riqualificazione delle periferie in abbandono, i temi sui quali battere per farsi (ri)dare fiducia.
Anche perché Giachetti ha l’intenzione di intercettare l’area del non voto, che è molto mobile e, sostanzialmente, composta da elettori delusi dal centrosinistra.
«Ma, al netto del margine di errore insito in ogni sondaggio, i margini di recupero di Giachetti sono più alti di quelli della Meloni», ragiona l’ad di Izi Giacomo Spaini. «A fare la differenza sarà il 20% di indecisi, ovvero quegli elettori intenzionati a recarsi alle urne anche se ancora non sanno chi sceglieranno, dei quali quasi uno su due, ben il 40%, si dichiarano di centrosinistra»