Gli anti-vaccino che usano Twitter per manipolare la legge (e l’informazione)
09/06/2015 di Valentina Spotti
La crociata di quanti sostengono le teorie anti-vaccini e che puntano il dito contro i presunti pericoli dei vaccini per le malattie più comuni infantili e non, si sposta anche sul terreno dei social network e, in particolare, di Twitter dove starebbe avvenendo una vera e propria guerra a colpi di cinguettii nel tentativo di modificare una legge già adottata in diversi stati degli Stati Uniti.
VACCINI E OBIEZIONE DI COSCIENZA –
Come spiegano Renee Diresta e Gilad Lotan sull’edizione statunitense di Wired, a seguito del numero sempre crescente di casi di malattie comunemente prevenibili grazie ai vaccini – come ad esempio l’epidemia di morbillo scoppiata in California lo scorso dicembre – molti stati hanno introdotto una legge che vieta ai genitori di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni “standard” richieste dalle scuole al momento dell’iscrizione. Oggi l’Assemblea di Stato della California voterà la legge SB-277, che renderà illegale la cosiddetta obiezione di coscienza sui vaccini. A sostegno di questa legge ci sono le associazioni scolastiche e mediche e numerosi leader politici. Un piccolo gruppo di anti-vaxxer (come vengono chiamati coloro che si schierano contro i vaccini) sta però lottando per fare in modo che questa legge non passi: la loro battaglia si sta consumando sui social media, dove è stato lanciato un attacco in piena regola contro la nuova norma.
TWEET-STORM CONTRO I VACCINI –
Ogni giorno, i sostenitori di questa campagna scrivono tweet contro la legge e impartiscono ai propri follower istruzioni dettagliate su come diffondere tali contenuti affinché raggiungano quante più persone possibili. Alcuni senatori californiani che hanno votato a favore della legge – raccontano ancora i due giornalisti di Wired – si sono ritrovati al centro delle “attenzioni” di questi gruppi: una di essei, la senatrice Hannah Beth Jackson è stata menzionata in oltre duemila tweet di protesta contro la sua decisione di approvare la legge. Per quanto la campagna degli anti-vaxxer sia evidentemente pura propaganda, le loro azioni assumono una rilevanza particolare proprio in virtù del loro essere diffuse via Twitter: i social media hanno ormai un potere piuttosto consolidato nell’influenzare la percezione degli eventi e dei temi discussi dall’opinione pubblica e non è raro che un piccolo gruppo possa ottenere un’attenzione spropositata sia da parte dei legislatori che dall’opinione pubblica stessa e dei media tradizionali.
LA RETE DEGLI ANTI-VAXXER –
Gli anti-vaxxer hanno potenziato la propria presenza sui social media grazie anche a una serie di hashtag particolarmente potenti e in grado di trascendere le varie cerchie che ogni utente stabilisce all’interno del suo gruppo di contatti. Più di ogni altro social network, Twitter aiuta i cittadini a connettersi tra loro anche se non fanno parte della stessa comunità e chiunque può partecipare a una conversazione semplicemente usando un hashtag. Come si può facilmente dedurre dalla mappa elaborata dai due giornalisti, la rete degli anti-vaxxer è detta “ad alta centralità”, con pochi grandi account a cui fanno riferimento migliaia di follower.
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VACCINI E AUTISMO –
Un esempio? Eccolo: nell’agosto 2014, le conversazioni sul tema degli anti-vaccini ha cominciato a convergere verso un unico hashtag, #cdcwhistleblower, un riferimento a una teoria del complotto supportata dagli anti-vaxxer che vedeva il CDC – il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense – occupato a insabbiare informazioni relative al collegamento tra autismo e il vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia) sui bambini afroamericani. Dopo un paio di giorni, l’hashtag era stato rilanciato da personaggi come Donald Trump e Rob Schneider, amplificandone il messaggio. Nella discussione è intervenuto anche Andrew Wakefield autore dello studio – poi rivelatosi un falso – sui legami tra autismo e vaccini MPR. Nonostante la presa di posizione del CDC l’hashtag e tutto il materiale ad esso connesso hanno continuato a circolare, diventando sempre più popolari: dal 18 agosto al 1 dicembre 2014 sono stati registrati oltre 250.000 tweet sull’hashtag #cdcwhistleblower, di cui oltre 63.000 provenienti dai dieci principali account degli anti-vaxxer più in vista.
Non si tratta di grandi numeri, se paragonati alle grandi conversazioni globali, (per fare un esempio: durante la notte degli Oscar si genere un traffico da 19 milioni di tweet) ma è sufficiente per attrarre un numero sempre maggiore di seguaci delle teorie anti-vaccini che, spesso, usano il web come principale fonte di informazione.
(Photocredit copertina: Joe Raedle/Getty Images News)