Apple, Google, Intel e Adobe alla sbarra per un cartello sui salari

27/01/2014 di Mazzetta

google

LOTTA DI CLASSE DALL’ALTO – Una brutta storia che getta infamia sugli splendidi cavalieri dell’informatica, l’idolo delle folle Steve Jobs nella realtà appare rozzo e avido e non diversi appaiono i padroni di Google, che si nascondono dietro lo slogan «don’t be evil» mentre intrallazzano con i concorrenti ai danni dei proprio dipendenti, più o meno come sono stati colti a intrallazzare con le agenzie governative ai danni degli utenti dei propri servizi. Una storia che per il momento sta passando straordinariamente sotto silenzio, quasi che la costituzione di un cartello illegale ai danni dei dipendenti da parte delle aziende tra le più ricche e profittevoli del mondo non meritasse nemmeno un articolo. E nemmeno un articolo è quanto hanno dedicato alla vicenda le maggiori testate mondiali, nonostante la dimensione della truffa si misuri in miliardi di dollari e nonostante il comportamento delle corporation coinvolte evidenzi un’ipocrisia tale da azzerare ogni pretesa di virtù e modernità da parte d’imprenditori che alla prova dei fatti prosperano traendo profitto da comportamenti illegali. Evidentemente i baroni dell’informatica possono godere di una  solidarietà di classe e di cointeressenze che s’estendono anche al settore dei media.

 

Share this article