Arcisate – Stabio: chiude la ferrovia all’arsenico

LA SCARSA CHIAREZZA DELLA LOMBARDIA – Quindi, secondo Cgil, Cisl e Uil, ora tocca a Regione, Rfi ed Ics trovare un accordo, senza dimenticare che, come detto, l’opera è pronta al 45 per cento e che se dev’essere pronta per l’Expo, quindi fra 400 giorni, bisognerebbe coinvolgere gli operai convincendoli a lavorare 24 ore su 24 per 365 giorni, in un numero ben superiore alle 200 unità attuali. E dire che Maroni, ripreso da Valle Olona, aveva detto in un incontro tenuto a Bellinzona, in Svizzera, presso la sede del Consiglio di Stato del Canton Ticino:

«La Arcisate-Stabio è un’opera strategica per Expo 2015 ma non solo. E’ strategica per Malpensa, per la Lombardia e per il collegamento tra il nord e il sud delle Alpi. E quindi è un’opera che vogliamo realizzare […] Lavoriamo per arrivare in tempo per Expo – Expo ha un vantaggio e uno svantaggio: lo svantaggio è che c’è una data fissa da rispettare, le opere infatti devono tutte essere pronte tassativamente entro il 30 aprile 2015, ma il vantaggio è che quando siamo sotto pressione noi italiani diamo il meglio di noi stessi».

Resta però il mistero sul perché gli italiani debbano lavorare necessariamente sotto pressione senza rispettare le scadenze. Il tempo come abbiamo visto stringe e sarà difficile completare l’opera in tempo. Certo non sarà impossibile. Diciamo “altamente probabile”. Resta la figura che sta facendo il sistema Italia all’estero. Se l’Ics all’estero sta rispettando i tempi di consegna e nel nostro Paese no un motivo dovrà per forza esserci. Non solo, Roberto Maroni ha informato, come spiegato dall’Agi, il presidente del Consiglio di Stato, Paolo Beltraminelli, del ruolo che sta svolgendo come “mediatore” in una vicenda non giudicata di competenza diretta di Regione Lombardia. «La Regione vuole essere interlocutrice su temi che la riguardano, anche se non sono di competenza diretta».

Arcisate - Stabio, la ferrovia che imbarazza l'Italia

NESSUNA VERA SOLUZIONE – Già, non sarà di competenza diretta ma è stato Maurizio Del Tenno a comunicare lo scorso 11 giugno che ci sarebbero voluti 90 giorni per trovare una soluzione. Inoltre, come dimostra un documento della Camera dei Deputati, fu la Regione il 25 luglio 2000 ad inquadrare l’intervento insieme al Canton Ticino ed allo Stato. Il 4 luglio 2002, in seno al “Protocollo d’intesa per la definizione degli interventi di sviluppo del sistema ferroviario lombardo e della sua integrazione nella rete europea”, Regione Lombardia ed Rfi inseriscono il progetto. E sarà la Regione a ricevere dal soggetto aggiudicatore il progetto preliminare, con l’allora Pirellone che dà il suo via libera. Nel 2007 la Regione darà il suo parere favorevole al progetto. Quindi Regione Lombardia ha seguito la nascita ed i progetti, dimostrandosi comunque coinvolta.

LE PROMESSE MAI MANTENUTE – E sempre su Varese News viene proposto un collage di dichiarazioni che coinvolgono pesantemente Regione Lombardia sulla questione. 11 febbraio 2009. Si parlava di una conclusione dei lavori a settembre 2013, dichiarazione presente anche sul sito di Raffaele Cattaneo:

«Tavolo istituzionale per il nuovo collegamento Arcisate – Stabio – Riunito su iniziativa dell’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffele Cattaneo. È stata una riunione costruttiva durante la quale è stata decisa, tra le altre cose, l’istituzione di un tavolo tecnico con Rfi e Arpa per monitorare costantemente l’impatto ambientale dei lavori e di organizzare incontri tematici tra Rfi e i Comuni di Induno Olona, Arcisate e Cantello».

L’11 giugno 2013 si tenne il “tavolo di concertazione istituzionale” nel quale il governo si sarebbe impegnato a monitorare il percorso che la Regione si era dato per individuare entro tre mesi il luogo in cui definitivamente conferire le terre da scavo contaminate dietro l’interrogazione di due parlamentari del PD, Maria Chiara Gadda e Chiara Braga. Il 16 luglio 2013 venne poi confermato che l’opera,  pur rientrando fra quelle strategiche di legge obiettivo, è sottoposta a VIA Regionale. Ogni questione ambientale emersa dopo la consegna dei lavori è di esclusiva competenza della Regione Lombardia.

arcisate stabio

LA RABBIA DEGLI SVIZZERI – Tale atteggiamento attendista e garantista ha infastidito non poco i vicini di casa svizzeri. Varese News ci riporta l’irritazione della Lega dei Ticinesi che ha chiesto al governo di Berna di agire a seguito del blocco dei lavori. Queste le parole di Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei ticinesi:

«Giova ricordare che i lavori di costruzione della galleria di Oria, appena fuori dal confine di Gandria, sono rimasti fermi per decenni. Si sta per fare il bis? […] La chiusura del cantiere è avvenuta malgrado il florilegio di rassicurazioni di voler procedere speditamente nei lavori date alla controparte elvetica da interlocutori della vicina Penisola di tutti i livelli istituzionali. Tali rassicurazioni le ha ottenute solo pochi giorni fa anche la consigliera federale Leuthard durante la sua visita in Italia»

Ed a proposito di rassicurazioni, è opportuno segnalare sia quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha garantito il massimo impegno per la conclusione dell’opera sia quella del Presidente del Consiglio Enrico Letta che in una lettera inviata al Sindaco di Induno Olona Maria Angela Bianchi ha spiegato di aver sollecitato le autorità competenti.

SERVONO RISULTATI – Già. Il punto è che bisogna trovare una mediazione tra Ics ed Rfi. Il ruolo di mediatore sembra spetti alla Regione, partecipe del progetto fin dall’inizio. Il punto è che si è preso troppo tempo, con il risultato che l’impresa ha concluso un percorso di dismissione dell’opera partito lo scorso 30 aprile. Il tutto mentre dall’altra parte del confine la stessa azienda, titolare del 60 per cento del consorzio SaNoBa, ha quasi finito la sua opera. Appare quindi evidente la contraddizione in questa situazione. Ed ora? Roberto Maroni ha parlato di “responsabilità”. Appare però evidente che in questa situazione il “grande assente” sia proprio Regione Lombardia. Il confronto con quanto accaduto dall’altra parte del confine è chiaro. E qualcuno, come ha detto Maroni, dovrà prendersi le sue responsabilità. Con il sospetto che la ricerca vada effettuata all’interno di Palazzo Lombardia. (Immagini di repertorio)

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