Arnold muore a 42 anni: addio a Gary Coleman
28/05/2010 di Maria Teresa Mura
Non ce l’ha fatta. L’attore americano non si è più ripreso dopo la caduta che l’ha portato al ricovero due giorni fa.
Gary Coleman non c’è più: l’emorragia cerebrale intracranica che lo aveva portato ad un ricovero e poi ad un intervento di urgenza ha stroncato Arnold, protagonista ed idolo di una generazione, quella degli anni ’80. Non aveva ripreso coscienza da ieri, e respirava grazie all’aiuto delle macchine. Non è deceduto solo però: amici e parenti erano tutti al suo capezzale, proabilmente pregando, quelle stesse preghiere che avevano pubblicamente richiesto a tutti in un comunicato poche ore fa.
CHE COSA STAI DICENDO WILLIS – Questo slogan lo ha reso famoso, e riassume la simpatia e la semplicità del personaggio che ormai era divenuto il suo alter ego. Ma la seri televisiva Il mio amico Arnold, tra l’altro uno dei primi successi delle reti Mediaset, che ancora non si chiamavano così, non ha portato fortuna all’allora bambino prodigio. Gary soffriva di nefrite, e la malattia ha bloccato per sempre la sua crescita, rendendolo per un’amara ironia per tutta la vita drammaticamente simile alla sua maschera: per curarsi a 14 anni si era sottoposto ad un doppio trapianto di reni, ma la dialisi è stata per lui una compagna quotidiana; la mamma era solita dire che il suo talento di attore era il modo con cui Dio lo aveva ricompensato per la sua precaria salute.
LA MALEDIZIONE DI ARNOLD – Purtroppo non sono stati solo i suoi reni a rendergli la vita difficile: tutti e tre i ragazzi della serie sono finiti nei guai; Dana Plato, Kimberly, è morta per overdose di farmaci nel 1999, e il figlio ancora scosso dal dolore si è sparato pochi giorni fa. Todd Bridges, Willis, che ora ha 45 anni, è stato arrestato per rissa e per essere stato causa volontaria di un incidente stradale; la sua dipendenza dalle droghe ha condizionato tutta la sua vita. E anche Coleman ha passato parecchi guai. Nonostante i guadagni stratosferici che la serie gli aveva procurato, parliamo di 100mila dollari ad episodio nel periodo d’oro, nel 1999 aveva dichiarato di aver praticamente perso tutto, 18 milioni di dollari finiti in fumo. Tutto questo in mezzo a disavventure familiari che hanno portato ad una vera e propria rottura con i genitori che accusava di aver contribuito alla perdita della sua fortuna. Il padre aveva raccontato addirittura che Gary aveva cercato di metterlo sotto con la macchina nel 1986 durante una lite. Arnold si era ridotto a fare la guardia di sicurezza sui set cinematografici.
ALTRO GIRO, ALTRI GUAI – Come se non bastasse Gary Coleman nella sua nemesi si è anche procurato guai con la giustizia: nel 1999 è stato condannato per aver picchiato una donna che gli chiedeva un autografo, e poco prima c’era stato un altro incidente, in cui aveva investito un pedone in un parcheggio; all’iniziodi questo anno ha dovuto rispondere anche dell’accusa di violenza domestica. Eppure recentemente sembrava aver trovato una certa serenità: sul set di un film aveva incontrato Shannon, la moglie che gli è stata accanto fino all’ultimo. La salute però non gli ha mai dato tregua: lo scorso autunno Gary è stato operato al cuore, un intervento reso più difficile da una polmonite. Questo era il terzo ricovero a cui aveva dovuto sottoporsi nel corso dell’anno: a gennaio per motivi non resi noti, a febbraio dopo un collasso sul set del film “The Insider”, e quello del 26 maggio, che purtroppo non ha avuto l’esito sperato. L’operazione tentata per riuscire a rimediare ai danni che l’emorragia cerebrale gli aveva causato non è bastata. Arnold non ce l’ha fatta. Chi vedeva il telefilm ricorderà il suo pesciolino, Abramo. E anche il tenero funerale che i fratelli gli fecero. Un tempo lontano, un ricordo sfumato, una realtà che non c’è più.