Bufera sulla Guardia di Finanza

Fabio Massimo Mendella, ufficiale della Guardia di Finanza è stato arrestato a Livorno nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli. Il provvedimento – secondo quanto si apprende da fonti investigative – è stato eseguito dalla Digos di Napoli. Oltre al comandante provinciale della Finanza di Livorno, in manette è finito anche il commercialista napoletano Pietro De Riu.

 

L'automobile della Guardia di Finanza parcheggiata

 

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ACCUSA SI TANGENTI IN CAMBIO DI VERIFICHE ADDOMESTICATE – I pubblici ministeri Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock hanno ipotizzato per entrambi il reato di concorso in concussione per induzione e di rivelazione del segreto d’ufficio, infatti Mendella avrebbe accettato tangenti in cambio di verifiche fiscali addomesticate. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero incassato in totale un milione di euro. I fatti si riferiscono al rapporti intercorsi negli anni tra il 2006 e il 2012, quando Mendella era responsabile del settore Verifiche al comando provinciale di Napoli, e successivamente trasferito a Roma. I beneficiari dei presunti favori della Finanza sarebbero stati due fratelli imprenditori napoletani della società Gotha. Secondo l’accusa il legame tra il colonello e la società, saldato grazie all’opera del commercialista, era così forte che la Gotha cambiò sede quando il colonnello venne trasferito a Roma, pur di continuare a usufruire di quei vantaggi.

INDAGATO ANCHE IL GENERALE BARDI – Nell’ambito dell’idagine – condotta  dalla Digos napoletana con la direzione centrale della polizia criminale e dai finanzieri del Comando provinciale partenopeo e della Tributaria di Roma – sono stati perquisiti gli uffici del comandante in seconda della Guardia di Finanza, il generale Vito Bardi, il quale risulterebbe indagato per corruzione in vicende collaterali. Giovanni Colangelo,  procuratore capo di Napoli, ha tenuto a ribadire: «Confermiamo l’assoluta fiducia nel lavoro della Guardia di Finanza, ovviamente a partire dai suoi vertici, tanto che abbiamo affidato congiuntamente ad essa e alla Digos l’esecuzione delle misure, e l’attività integrativa continua ad essere svolta dalle Fiamme Gialle insieme all’ufficio della Digos».

LA VECCHIA INDAGINE – Il generale Bardi, comandante in seconda delle Fiamme Gialle, era già stato indagato nel 2011 nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. Fu accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto, ma un anno dopo la sua posizione fu archiviata dal gip su richiesta dello stesso Henry John Woodcock. Al centro dell’inchiesta in cui fu tirato in ballo il generale Bardi era l’ex deputato del Pdl Alfonso Papa, per il quale è tuttora in corso il processo. Secondo l’accusa, Papa riceveva notizie coperte da segreto su indagini in corso e se ne serviva per ricattare alcuni imprenditori dai quali riceveva così denaro o altre utilità. Nell’inchiesta era coinvolto anche l’uomo d’affari Luigi Bisignani, che ha optato per il patteggiamento della pena.

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