Asili nido a Roma, le famiglie numerose denunceranno il Comune
10/09/2014 di Tommaso Caldarelli
Asili nido a Roma, quella che l’amministrazione di Ignazio Marino ha innescato è “una bomba pronta ad esplodere”, secondo Gigi de Palo, il consigliere comunale che sta organizzando il ricorso collettivo per portare il Comune di Roma e il Sindaco davanti al Tribunale amministrativo Regionale; le scelte dell’amministrazione capitolina sarebbero un vero e proprio pasticcio legislativo e politico che andrebbe ad impattare sopratutto sulle famiglie più numerose della Capitale.
ASILI NIDO A ROMA, LA STORIA – Una storia che stona con l’impegno del primo ministro Matteo Renzi che ha messo gli asili nido fra gli impegni dei suoi MilleGiorni. Lo scorso marzo è stato pubblicato, come da prassi, il bando aperto a tutte le famiglie romane per l’iscrizione dei figli ai nidi comunali; allegate al bando, normalmente, le tariffe e le agevolazioni: fra queste, la totale gratuità del nido per i figli dal terzo in poi. Una misura che andava certamente incontro alle famiglie numerose. Il 19 giugno il comune ha pubblicato le graduatorie per l’iscrizione dei bimbi alle scuole, e le famiglie avevano 8 giorni di tempo per confermare di essere interessate ad iscrivere i propri figli al nido: molte di esse, prevedibilmente, hanno confermato il loro interesse. Il cambiamento arriva con l’approvazione del bilancio di Roma Capitale, nel corso dell’estate: uno dei successi dell’amministrazione capitolina, che con l’approvazione di questo bilancio afferma di essere riuscita a portare la Capitale fuori dal guado finanziario dove da anni era impantanata, e che conteneva il cosiddetto “Tariffone”, una serie di normative che rimodulano complessivamente gli importi dei prezzi dei servizi offerti dal comune di Roma; e, per quel che ci interessa, aumenta le tariffe degli asili nido e abolisce le agevolazioni per i figli dal terzo in poi.
“UN PROBLEMA POLITICO – “Un improvviso aumento delle tariffe mensili dal 7 al 15,5%”, dice il Fatto Quotidiano, particolarmente beffardo perché l’adeguamento tariffario, approvato a luglio, è stato pubblicato solo alla fine del mese di agosto. “A partire dal terzo figlio frequentante il nido, esenzione per i nuclei familiari con ISEE inferiore ad Euro 10.000,00 e riduzione del 30% sul totale delle quote dovute per i nuclei familiari con ISEE superiore ad Euro 10.000,00”, dice la nuova normativa – nonostante il fatto che in alcuni municipi le informazioni non siano ancora state aggiornate – un importo che, con entrambi i genitori lavoratori, viene facilmente superato senza che “per questo si debba essere considerate persone agiate”. “Siamo davanti ad un problema che non è solo tecnico, ma politico“, ci dice al telefono il consigliere Capitolino ed ex Assessore alle politiche Familiari Gigi de Palo, che sta coordinando la protesta e le – imminenti – azioni legali contro il comune di Roma: “Il Comune non può fare cassa sulle famiglie, le famiglie sono le uniche che ormai fanno andare avanti questo paese e questa città. Chi fa un figlio oggi“, continua de Palo, “fa un servizio al paese, comunque la si pensi“.
LA REPLICA DELL’ASSESSORE- L’assessore alla Scuola del Comune di Roma Alessandra Cattoi, contattata dalla redazione di Giornalettismo, ha risposto definendo l’abolizione dell’esenzione per il terzo figlio come “basata sul principio di equità sociale”. Afferma Cattoi: “Non vogliamo fare cassa sulle famiglie, vogliamo solo che ognuno in base alle proprie possibilità e al proprio reddito possa contribuire a rendere il servizio degli asili nido a Roma il più efficiente possibile. Voglio precisare che le tariffe erano ferme dal 2000 e che erano tra le più basse d’Italia e anche con l’attuale aumento, approvato dall’Assemblea capitolina lo scorso luglio, continuano a essere molto contenute rispetto alle altre grandi città italiane”. Secondo l’assessorato sarebbe da confermare che “le nuove quote impattano meno sui redditi più bassi”, come dimostrerebbero le cifre allegate dagli uffici: “Fascia più bassa Isee 5.165: si passa da 34,60 a 36,91 euro, fascia più alta Isee 40.802: si passa da a 303,68 a 350,95”
IL RICORSO COLLETTIVO – Secondo de Palo, in ogni caso, l’assessore “non ha la percezione della realtà” e insieme ai genitori e alle associazioni sta promuovendo un ricorso collettivo che vuole portare il Comune di Roma davanti al Tribunale Amministrativo Regionale.
Questo perché, dice De Palo, “non si possono cambiare le carte in tavola a partita iniziata. Nel bando che i genitori hanno letto quando hanno concorso per l’iscrizione al nido le tariffe agevolate erano presenti e confermate, il Comune non può tornare indietro rispetto a quanto ha scritto per l’anno scolastico 2014-2015“. Secondo de Palo, sarebbero già “fra le 250 e 300 le famiglie che si sono dette interessate a partecipare al ricorso”.