Aspartame e sucralosio, dolcificanti killer?

Da allora divenne l’edulcorante più diffuso al mondo, si trova in quasi 5.000 prodotti, dalle gomme da masticare alle bevande, dal dentifricio ai farmaci pediatrici. Ma cosa c’era scritto esattamente su quelle carte, che arrivarono anche al nostro ministero della Salute? Oggi, alla richiesta di visionare i documenti sulla base dei quali fu autorizzato il consumo di aspartame in Italia nel 1982, il ministero ha risposto così: «Non si sa dove siano finite. Abbiamo fatto come direzione quattro traslochi e ad ogni trasloco si è sempre riunita una commissione per la valutazione anche di…» buttarli via.

AGENTE CANCEROGENO? – L’istituto Ramazzini di Bologna nel 2005 pubblica il primo studio sui ratti secondo il quale l’aspartame è un agente cancerogeno.  Ora lo studio italiano, pubblicato a dicembre sull”American Medical Journal of Industrial Medicine’, condotto su topi che hanno ricevuto dosi alte, medie e basse di dolcificante per tutta la vita, rimette in discussione i rischi, dimostrando che nei topi maschi che consumano il dolcificante il rischio di malattia aumenta significativamente: si passa dal 5% del gruppo di controllo (senza aspartame nella dieta) al 18% (gruppo alta dose) per l’epatocarcinoma, e dal 6% (controllo) al 13% (alta dose) per il tumore polmonare. Un fenomeno che non si verifica però nelle femmine.

 

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LO STUDIO DANESE – Nello studio danese, invece – realizzato su dati del Danish National Birth Cohort su 59.334 donne – è stato dimostrato il legame tra il parto prematuro e il consumo di bevande edulcorate. Le donne che le assumono regolarmente in gravidanza hanno il 38% di possibilità in più di partorire prima del termine. Non solo. Per chi ne fa un uso eccessivo (4 al giorno) il rischio di parto prematuro aumenta del 75%.”L’aspartame – spiega all’Adnkronos Salute Morando Soffritti, direttore scientifico dell’Istituto Ramazzini e principale autore dello studio – è contenuto in 6 mila prodotti di consumo (drink, chewing gum, dolciumi), di cui 500 farmaci. E i maggiori consumatori di questa sostanza sono i bambini e le donne in gravidanza”. Queste ultime le utilizzano “perché hanno l’indicazione di non ingrassare, e sperano che abolendo lo zucchero possono evitare i chili di troppo, senza rendersi conto che, invece, ingeriscono una sostanza che non è neutra”, conclude il ricercatore.

 

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I PRODUTTORI – A ‘difendere’ l’aspartame – consumato in tutto il mondo da circa 200 milioni di persone – i produttori che contestano i risultati dei due studi.Per l’Associazione internazionale edulcoranti (Isa), le due ricerche citate “presentano numerose inesattezze” e si sottolinea che l’edulcorante è uno dei prodotti “più studiati al mondo”. In particolare per quanto riguarda lo studio danese sulle bevande dolcificate, i produttori rilevano che i dati della ricerca contraddicono tutti gli studi precedenti sul tema. Inoltre , dicono gli industriali, i dolcificanti come l’aspartame hanno un importante funzione di prevenzione del sovrappeso e dell’obesità che attualmente rappresentano un grosso problema di salute pubblica. Secondo l’Isa, infine, i consumatori non hanno alcuna ragione di preoccuparsi se il consumo di aspartame non supera le dosi consigliate dalle autorità europee, ovvero 40mg/per kg di peso corporeo.

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