Aurelia Sordi: così la sorella di ‘Albertone’ veniva truffata per l’eredità

Trenta milioni di euro portati all’estero. E poi donazioni, viaggi e auto di lusso. Il tutto mentre lei, Aurelia Sordi, sorella di Alberto e unica erede del patrimonio di famiglia, restava confinata in casa, malata e impossibilitata anche a usare il telefono. È questo il quadro emerso dall’inchiesta del pm Eugenio Albamonte, che ha ricostruito il raggiro ai danni dell’anziana donna, affetta da demenza e incapace di disporre dei suoi beni. Al suo posto, senza che ne avessero alcun diritto, lo facevano per lei i cosiddetti “famigli”. Ne parla il Fatto Quotidiano.

Aurelia Sordi ai funerali del fratello Alberto (Foto: Michele Ricci/LaPresse)
Aurelia Sordi ai funerali del fratello Alberto (Foto: Michele Ricci/LaPresse)

 

 ISOLATA DAL MONDO – In dieci le persone per cui è richiesto il rinvio a giudizio per, tra le altre cose, circonvenzione di incapace. A spiccare è il nome di Arturo Artadi, ex autista che Sordi considerava un figlio, e che notata nel 2012 la situazione dell’anziana, ha pensato di approfittarne e rubarle tutto, con la complicità di notaio e avvocato, a cui andavano cospicue somme di denaro per comprarne silenzio e complicità. A salvare la donna dal raggiro, che puntava a rubarle 30 milioni di euro, ci hanno pensato i due funzionari di banca che da sempre si occupavano del patrimonio di Sordi. Notati strani movimenti, per vacanze e auto di lusso, dell’anziana signora, i due hanno allertato le autorità. E sventato il piano

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(Photocredit copertina: LaPresse/Archivio Storico)

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