Aurora Ramazzotti e l’Italia dove si va avanti solo grazie agli amici degli amici
12/08/2015 di Marco Esposito
Aurora Ramazzotti non condurrà la striscia quotidiana di X-Factor perché è brava. O perché è la più adatta. Lo farà perché è la figlia di Eros Ramazzotti e di Michelle Hunziker, ma non solo.
E’ da ieri, da quando si è saputo che sarà la giovane Aurora a prendere il posto di Cattelan nel daily del famoso talent, che sui social network non si discute di altro: da una parte chi accusa la giovane di essere una “raccomandata”, e X-Factor di aver fatto un torto alla meritocrazia, dall’altra chi difende la scelta della produzione del programma, indicando, anche giustamente, che prima ancora che la ragazza abbia iniziato a lavorare, è già stata sommersa da un’ondata di “odio preventivo”.
In realtà la scelta di Aurora Ramazzotti, non è per nulla peregrina. La sua scelta equivale ad un piano di investimenti pubblicitari senza paragoni. Tutti i giornali e siti di informazione non parlano d’altro. Una scelta di marketing azzeccatissima, come l’idea di lanciare la notizia a metà agosto, quando per agenzie, giornali e televisioni, qualsiasi news rappresenta una sorta di eldorado. Inoltre, Aurora Ramazzotti è stata una delle protagoniste dell’estate. I primi amori, le primissime uscite con la mamma in spiaggia, le prime foto. E, cosa che gli addetti ai lavori sanno molto bene, Aurora Ramazzotti è un personaggio che – volenti o nolenti – incuriosisce il pubblico, che ne segue – attraverso siti e riviste – la vita.
Ma il vero motivo per cui la scelta di Aurora Ramazzotti fa tanto discutere è che rappresenta, in qualche modo, ciò che oggi divide l’Italia: ovvero avere o non avere l’opportunità. Anzi un’opportunità.
Chi critica oggi la scelta di Aurora Ramazzotti dice, giustamente, che a lei è stato concesso un grande palcoscenico senza aver dimostrato nulla, mentre altre persone, magari con talento, che magari hanno studiato e che hanno fatto tanta gavetta non avranno mai neanche un’opportunità per dimostrare il loro valore.
Ed è esattamente questo quello che oggi divide l’Italia. Da una parte “gli ultimi” quelli che hanno perso la speranza, che ci provano ma non riescono ad ottenere il loro obiettivo (un lavoro, pubblicare un libro, entrare in una redazione) anche perché magari non conoscono nessuno che li possa “spingere” a far bene. Dall’altra una sparuta minoranza di “fortunati”, che grazie ad amicizie, parentale e amici degli amici, riescono a sistemarsi, a prescindere dal talento e dalle capacità. E senza far gavetta.
È qui che si divide l’Italia, che è separata in due come se ci fosse un muro: da una parte i privilegiati, dall’altra quelli “senza la conoscenza giusta”. Un muro invalicabile per le persone normali, e che – paradossalmente – può diventare anche un facile alibi per sedersi e lamentarsi. Senza lavorare su se stessi, senza migliorarsi.
Basterebbe, comunque, scorrere i nomi di chi lavora nello spettacolo o nella politica o nel giornalismo per farsene un’idea: cognomi che si ripetono allo sfinimento, “mogli di” che si alternano in conduzioni di programmi h24 anche sulle reti pubbliche, dinastie di giornalisti che firmano articoli, magari sugli stessi giornali di mamma e papà. D’altronde da sempre questa è stata l’Italia, e ancora oggi, chi è dalla parte sfortunata del muro, cerca un aggancio per fare il salto, per entrare nel “paradiso” di quelli senza problemi. L’Italiano, in qualche modo, è convinto che solo la raccomandazione lo salverà.
E’ giusto ricordare che X-Factor è una produzione privata, che va in onda un una televisione privata, e che quindi gli autori possono scegliere come conduttrice chi ritengono sia più adatto al ruolo e al lancio della trasmissione. Così come se Aurora Ramazzotti dovesse in qualche modo fallire, rischia di portarsi i segni di quest’avventura addosso per i prossimi anni.
Tornando ad un discorso generale, che riguarda un po’ tutto il paese, dobbiamo metterci in testa che, per quanto sia possibile, bisogna fare in modo di abbattere, o almeno di abbassare, quel muro che esiste tra le due Italia. Perché se è vero da una parte che proprio programmi come X-Factor hanno contribuito a dare una chance a chi non aveva santi in paradiso, dando l’opportunità a moltissimi di esibirsi su un palco ormai tra i più importanti in Italia, è anche vero che i legami relazioni e familiari nell’Italia del 2015 sono ancora la chiave di volta del successo o insuccesso di molte, troppe, persone.