Babadook, quel mostro che vive dentro di noi – IL FILM – TRAILER ( VIDEO)
03/08/2015 di Redazione
«Che sia in una parola o in uno sguardo, non puoi liberarti di Babadook…». Più che la paura, sarà l’angoscia a non abbandonarvi dopo aver guardato la pellicola d’esordio della regista australiana Jennifer Kent, dal 15 luglio nei cinema italiani. Un horror psicologico in grado di tenere incollati gli spettatori alla poltrona. Mai banale e fuori dagli schemi classici, seppur con rimandi d’autore: dai classici del pioniere Mario Bava, passando per “L’Esorcista” di William Friedkin, fino a “Shining” di Stanley Kubrick. Non è un caso che abbia raccolto commenti entusiasti, compreso quello di Stephen King, che l’ha definito “profondamente disturbante“.
THE BABADOOK, QUEL BUIO CHE VIVE DENTRO DI NOI –
Dopo la morte violenta del marito, in un incidente stradale nella stessa notte in cui ha dato alla luce il proprio figlio Samuel (Noah Wiseman), la protagonista Amelia (Essie Davis) vive rinchiudendo in se stessa, respingendo e negando il dolore. Senza elaborare il lutto. La donna è stanca, soffre l’iperattività del ragazzo che non la lascia dormire. Il ragazzino ha un comportamento irrequieto e violento, è complicato da gestire. Ma non solo: Sam è terrorizzato da mostri immaginari, convinto che la casa sia infestata. Così, quando in casa trova un libro di fiabe che Amelia non si ricordava di possedere, “Mr Babadook“, il ragazzo si convince che sia proprio Babadook – una sorta di Uomo Nero, ndr – la creatura che tormenta la sua famiglia. E che vuole uccidere la madre. La situazione non migliora, le allucinazioni diventano incontrollabili, tanto che anche la madre inizia a convincersi che la creatura sia reale.
Il trailer
Il Babadook è legato ai turbamenti di una famiglia a pezzi. Dove la madre non riesce a crescere un figlio che, almeno a livello incoscio, arriva quasi a odiare, mettendo in discussione il dogma dell’amore materno. Fornisce una riflessione, in salsa horror, dei sentimenti rabbiosi che un genitore non sempre riesce a controllare o reprimere. Un disagio che viene respinto nei meandri più oscuri, ma che è destinato a riemergere in modo crudo, violento. Soprattutto se si evita di affrontare i problemi e se non si riesce a provare a convivere con loro, trovando un equilibrio. Proprio come il Babadook di Jennifer Kent, il mostro – reale o immaginario che sia – che tormenta la famiglia. Metafora del loro malessere. E che riemerge dalle ombre, da un armadio, da sotto il letto. «Più mi neghi, più divento forte…», è il messaggio che il mostro invia alla donna.
Tradotto, Badabook non è che quel mostro che vide dentro di noi. Non possiamo far finta di nulla, ma soltanto abituarci all’idea di doverlo combattere o di dover convivere con lui, se vogliamo liberarci di ansie e paure.