Baby squillo ai Parioli: la mamma condannata a risarcire la figlia
02/07/2014 di Redazione
Quella delle baby prostitute nel quartiere romano dei Parioli è anche la storia di mamme: di mamme che sospettano dei comportamenti delle figlie e di mamme che invece partecipano al loro sfruttamento sessuale per ricavarne dei soldi. Il gup ha condannato ieri a 6 anni di carcere e 20mila euro di multa, oltre alla perdita della potestà genitoriale, la madre della più piccola delle due ragazzine che offrivano rapporti in cambio di soldi ad uomini benestanti della capitale. Secondo i giudici la donna avrebbe spinto la figlia a prostituirsi e dovrà risarcirla e affrontare un processo civile che stabilirà l’entità del risarcimento. È la sentenza che giunge a culmine di un’indagine partita proprio dalla denuncia dell’altra mamma, la madre della più grande delle ragazze coinvolte, insospettita dai comportamenti e dalla ingiustificata disponibilità di denaro della figlia.
CONDANNE ESEMPLARI – Dopo mesi di appostamenti, intercettazioni e vari monitoraggi, i carabinieri sono riusciti a ricostruire le attività delle due ragazzine, che, quasi tutti i pomeriggi. dopo la scuola, si dedicavano alla vendita del loro corpo. La sentenza odierna è considerata esemplare: 38 anni di carcere e più di 150mila euro di multa per tutti gli otto imputati del filone principale d’inchiesta, nonostante gli sconti di pena concessi per effetto del rito abbreviato. Procuratorea ggiunto e pm titolari dell’inchiesta fanno sapere che l’impianto accusatorio è stato «pienamente condiviso». Al centro della vicenda c’è ovviamente il principale responsabile dello sfruttamento delle giovanissime, il dominus del giro di prostituzione, Mirko Ieni, condannato a 10 anni di reclusione e 60mila euro di multa. A 7 anni e 24mila euro di multa è stato invece condannato Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell’Esercito ritenuto altro gestore dell’attività di sfruttamento, cominciata quando le ragazze avevano solo 14 e 15 anni. Insieme a loro anche altre 5 persone: il commercialista e cliente delle baby squillo Riccardo Sbarra, trovato tra l’altro in possesso di materiale pedopornografico, Michael De Quattro, accusato di aver tentato di estorcere denaro alle ragazze per non diffondere il video di un loro rapporto, l’imprenditore Marco Galluzzo, che avrebbe fatto sesso offrendo in cambio cocaina, e infine Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone.